Standing ovation per la Grande Medaglia d'oro alla Memoria del fondatore di Cl don Luigi Giussani (ritirata dal fratello Gaetano). Lunghi applausi - ma anche polemiche - per il radicale Marco Cappato che, accanto alla mamma di dj Fabo, Carmen, ha dedicato il riconoscimento della città proprio a Fabiano Antoniani, che ha accompagnato nel 2017 in Svizzera per permettergli di ricorrere al suicidio assistito. La Civica benemerenza a Cappato ha segnato la cerimonia delle Civiche benemerenze 2022. Era annunciato sit in di protesta ma solo tre-quattro esponenti dell'associazione Pro Vita hanno srotolato uno striscione con la scritta «No eutanasia legale, no omicidio legale» e a distanza dal teatro perchè non avevano il permesso per un presidio. Ha lasciato invece il palco per protesta il capogruppo di Milano Popolare Matteo Forte quando Cappato, tesosriere dell'associazione Luca Coscioni, è salito per ritirare la Medaglia d'Oro dal sindaco Beppe Sala e dalla presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi. «Sono grato per il premio - commenta -, in passato come consigliere e non solo ho sostenuto appelli come quello per l'Ambrogino a Paola Bonzi», fondatrice del Centro di aiuto alla Vita Cav Mangiagalli, «e altri perchè credo che la città si unisca non nel merito di posizioni, ognuno può avere le sue, ma nel riconoscimento dell'importanza nella società di un problema, come quello della sofferenza e della libertà alla fine della vita, e anche forse di un coraggio nell'affrontarlo, innanzitutto da parte di Fabo, della mamma Carmen e della compagna Valeria, alla luce del sole e non nella clandestinità. Quando le cose si fanno nella clandestinità non ci sono polemiche o problemi, quando si fanno alla luce del sole si muovono le intelligenze con pareri anche molti diversi». Anche il sindaco difende la scelta del Consiglio: «Per una parte della popolazione è discutibile ma che Cappato si sia mosso con spirito di generosità e impegno è vero». Ache la consigliera leghista Deborah Giovanati è uscita dalla sala: «Io lotto per la vita, non verrà dato in mio nome e con la mia presenza istituzionale l'Ambrogino a Cappato». Per la consigliera FdI Chiara Valcepina «da parte della maggioranza di Sala è uno schiaffo ai milanesi che ancora credono nel valore sacro della vita».
Oltre a «don Gius» («una personalità rivoluzionaria» ha rimarcato Sala nel Discorso alla città), assegnate Medaglie alla Memoria di Carmen De Min, «punto di riferimento delle mamme del Leoncavallo» (premio criticato dalla Lega), Manlio Armellini, «lo storico manager che ha accompagnato l'affermazione del Salone del Mobile», Cesare Cadeo, «indimenticato conduttore tv e amministratore locale» e Valentino De Chiara «che ha introdotto la passione per il frisbee». Quindici Ambrogini e 20 Attestati a persone e associazioni, da «L'Ortica Aps» che ha ricevuto lunghi applausi a Piero Tarticchio, esule istriano e artista che ha progettato il Monumento in ricordo dei martiri delle foibe. «Contento e onorato» Diego Abatantuono, che tra i tanti film sceglie di ricordare «Marrakech Express» che «partiva da Milano» e si svolgeva in Marocco «la mia squadra del cuore». E a proposito di calcio, difende il Meazza: «Lo lascerei lì e lo sistemerei». Sala ribatte che «se teniamo vecchio e nuovo stadio come spiego ai residenti che devono sopportare 200 eventi all'anno? E non posso ledere i diritti dei club se non vogliono ristrutturare». Premiati (tra gli altri) l'ex prefetto Paolo Francesco Tronca, lo stilista Martino Midali, il musicista della Pfm Mauro Pagani, il direttore della Pediatria del Buzzi Gianvincenzo Zuccotti. Ad accogliere Sala fuori dal teatro la protesta dei custodi museali con fischietti e le urla «vergogna», «dignità».
Prestano servizio in sedi comunali ma sono assunti da una ditta esterna, sono pagati meno di 750 euro al mese: «Lo meritiamo noi l'Ambrogino». Sala ribadisce: «Stipendi troppo bassi e c'è la volontà di alzarli». Alla Prima della Scala e a Sant'Ambrogio è dedicato anche il primo podcast «Buongiorno Milano» lanciato ieri da Sala.
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