«Il bambino che eri sarebbe orgoglioso dell'adulto che sei diventato?». Inizia con questo interrogativo di Antoine de Saint-Exupéry il nuovo film di Paolo Ruffini che torna a essere anche interprete oltre che regista. E infatti sono due bambini delle elementari a scambiarsi amore eterno nei titoli di testa di Rido perché ti amo, in uscita nelle sale il 6 luglio con il prezzo scontato di 3,50 euro grazie alla campagna Cinema Revolution del Ministero della Cultura. Ritroviamo Leopoldo e Amanda subito dopo 25 anni son passati, magia del cinema alle prove del loro matrimonio esattamente come si erano promessi. Ma le cose sono cambiate. Leopoldo (Nicola Nocella) è diventato un pasticcere di fama mondiale, concentrato su se stesso e proiettato solo sul lavoro. Amanda (Barbara Venturato) ha rinunciato al sogno di una carriera da ballerina e insegna danza classica.
Qui la sceneggiatura, firmata oltre che dal regista, da Francesca Romana Massaro, Nicola Nocella e dal compianto Max Croci, introduce un elemento che allontana i due promessi sposi creando una cesura narrativa che rende impossibile, apparentemente, il lieto fine di questa delicata commedia romantica in cui Paolo Ruffini interpreta Ciro Esposito titolare di un negozio di noleggio di film: «Si tratta di un film popolare racconta il regista e se avessi veramente un negozio di home video, in realtà ho pure sedicimila vhs, lo collocherei nel settore sentimentale perché è un film pieno di sentimenti che racconta il mio amore per il cinema».
In effetti sono tanti i rimandi e le citazioni: «Il film inizia con in mente L'erba del vicino di Joe Dante con Tom Hanks perché credo, come diceva Billy Wilder, che sono molto più importanti gli inizi dei finali», dice il regista che ha immaginato l'ambientazione del suo film in Piazza Carlo Pedersoli di un fantasmatico paese. Rido perché ti amo ha questa vena bambina, favolistica, delicata che fa sì che la moltitudine di interventi attoriali abbia sempre uno spazio specifico. Troviamo infatti, oltre a Nicola Nocella che mostra bene tutta la sua vena sia da Cattivissimo Me che da amante dei dolci «Nessuno animale è stato torturato tranne me», scherza l'attore che è andato qualche giorno a seguire l'atelier di Luigi Biasetto per prepararsi e alla sorprendente Barbara Venturato, il volto diretto di Daphne Scoccia, la surrealtà di Greg, il cinema di altri tempi di Enzo Garinei, la nostalgia di Loretta Goggi, lo sfasamento di Herbert Ballerina fino a un cameo di Malika Ayane che interpreta anche la canzone originale del titolo scritta da Giuliano Sangiorgi. Mentre la colonna sonora è composta da Claudia Campolongo anche interprete nel film.
Sono tanti i vasi comunicanti che Paolo Ruffini costruisce in Rido perché ti amo a partire da un altro cameo di peso, quello del regista Volfango De Biasi, perfetto nell'interpretare un odioso critico culinario, e da un'interpretazione che colpisce nel segno dell'immediatezza e dell'ironia, quella di Simone Brescianini, attore con sindrome di down. Una scelta inclusiva in linea con il documentario che Ruffini ha dedicato al mondo della disabilità nel 2018, Up & Down - Un film normale: «Per me è assolutamente naturale, Disney ci avrebbe fatto una campagna sopra. È un attore fantastico e qui ci stava molto bene perché è un film d'amore e lui è una persona che geneticamente ha una felicità più alta».
Rido perché ti amo, prodotto da Pegasus, Qmi, Rai Cinema e distribuito da Medusa, esce in un periodo particolarmente affollato da blockbuster
statunitensi: «Usciamo dopo gli ennesimi episodi di Indiana Jones e di Mission Impossible, tanto che, per darmi un tono, volevo intitolarlo già Rido perché ti amo 2. Ma sono contento perché un film per me esiste solo se è al cinema».
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