Quando Carlo venne in Italia con Lady D: cosa c'è oltre il protocollo

In questi giorni Re Carlo ha visitato il Belpaese assieme alla consorte Camilla. Quarant'anni fa arrivava per la prima volta in coppia con Diana, per un viaggio tra le città d'arte e Milano

Ansa
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Re Carlo e la Regina Camilla hanno appena terminato la loro visita in Italia, la prima insieme da parte dei sovrani. Qualche cena con il Capo dello Stato, foto al Colosseo, il meeting con la Premier, lo storico discorso in Parlamento e poi un tour tra le prelibatezze dell'Emilia Romagna. Grandi sorrisi, folle oceaniche ad accoglierli, un tour che termina in successo globale per la Casa Reale. Carlo è stato in Italia molte volte, ma certo mai aveva avuto l'occasione di venirci da sovrano, assieme alla consorte. Però nelle vesti di principe, e accanto alla sua compagna, era già successo. Bisogna risalire a quarant'anni fa per spolverare quel ricordo.

Nel mese di aprile del 1985, infatti, l’Italia accolse con sfarzo e reverenza la giovane coppia reale britannica formata da Carlo e da Lady Diana Spencer, allora Principessa del Galles. Si trattò della loro prima visita ufficiale nel Bel Paese, un evento che catalizzò l’attenzione dei media internazionali e accese l’entusiasmo popolare. L'intero itinerario fu pianificato con precisione millimetrica per coniugare diplomazia, cultura e mondanità, e offrì uno spaccato emblematico dell’equilibrio tra tradizione e modernità che la monarchia britannica tentava allora di rappresentare.

Roma: tra incontri ufficiali e fascino eterno

La visita ebbe inizio nella Città Eterna, cuore politico e spirituale dell’Italia. A Roma, i Principi furono accolti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, con il quale intrattennero un colloquio cordiale e simbolicamente pregnante, manifestazione della solidità dei rapporti bilaterali tra Italia e Regno Unito. L’incontro, svoltosi in un clima di reciproca stima, fu seguito da una sontuosa cena di Stato durante la quale Diana si distinse per eleganza e naturalezza, incarnando un ideale moderno di regalità che affascinò l’opinione pubblica. Particolarmente toccante fu la visita privata in Vaticano, dove la coppia fu ricevuta da Papa Giovanni Paolo II. Lo scambio tra il Santo Padre e i Principi fu improntato a una sobrietà rispettosa, sottolineata da momenti di autentica riflessione. L’immagine di Diana, velata e raccolta, accanto al Pontefice, colpì profondamente l’immaginario collettivo, divenendo icona della diplomazia religiosa dell’epoca.

Firenze: il Rinascimento incontra la Corona

La seconda tappa del viaggio fu Firenze, scrigno d’arte e culla del Rinascimento. Il soggiorno nella città toscana ebbe un chiaro accento culturale. I Principi visitarono la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti, dove ammirarono capolavori di Botticelli, Leonardo e Michelangelo. Diana, appassionata d’arte, mostrò vivo interesse per le opere esposte, instaurando un dialogo autentico con la bellezza italiana. La presenza della coppia reale fu accolta con calore e compostezza: migliaia di fiorentini si assieparono lungo le strade per un saluto, acclamando la "principessa del popolo" con entusiasmo. Non mancò un momento mondano presso la residenza storica di un noto mecenate locale, dove si tenne un ricevimento riservato ai rappresentanti dell’alta società e della cultura italiana.

Milano: la visita alla capitale dello stile e dell'economia

Il viaggio proseguì a Milano, simbolo dell’Italia produttiva e creativa. Qui, Carlo e Diana visitarono il Teatro alla Scala, dove assistettero a una rappresentazione straordinaria del Don Carlo di Verdi, scelta non casuale per omaggiare l’eredità culturale condivisa. L’arrivo della coppia suscitò un fermento mediatico senza precedenti: le immagini di Diana in abito lungo firmato da Catherine Walker, tra le luci scintillanti del foyer, furono rilanciate sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Non meno significativa fu la visita alla Triennale e a una casa di moda milanese di rilievo, durante la quale Diana si confermò icona di stile e mecenate di giovani talenti. Il suo portamento disinvolto e la sua sensibilità verso l’estetica contribuirono a consolidare la sua immagine di ambasciatrice non ufficiale del gusto europeo.

Venezia: la città sull’acqua incanta la Principessa

Ultima, ma non certo per importanza, la tappa veneziana fu la più suggestiva. La Serenissima accolse i Principi con la sua ineguagliabile scenografia lagunare, che sembrava disegnata per incorniciare la grazia eterea della Principessa del Galles. Dopo una visita alla Basilica di San Marco e al Palazzo Ducale, la coppia fu ospite di un elegante ballo in maschera presso Ca’ Rezzonico, dove la nobiltà veneziana e ospiti internazionali celebrarono, in uno sfavillante connubio tra antico e moderno, l’incontro tra monarchie europee e spiriti del nostro tempo.

Un’eredita simbolica, oltre il protocollo

La visita del 1985 non fu soltanto un trionfo mediatico e mondano. Fu anche, e soprattutto, un momento significativo nella narrazione pubblica di Diana, la cui popolarità in Italia si trasformò in autentico affetto collettivo. Il suo approccio empatico, la spontaneità con cui interagì con il pubblico e la discrezione dimostrata nei momenti ufficiali la resero una figura di riferimento oltre ogni protocollo. Per il Principe Carlo, l’esperienza fu l’occasione di rafforzare i legami istituzionali tra Londra e Roma, ribadendo il ruolo della monarchia britannica come attore di rilievo nella diplomazia culturale europea.

A distanza di quarant’anni, la visita resta un capitolo memorabile nella storia delle relazioni anglo-italiane: un viaggio che, tra stucchi barocchi e fotografie in bianco e nero, ha scolpito nell’immaginario collettivo l’immagine di una coppia tra luci e ombre, e di una Principessa destinata a non essere dimenticata.

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