
Ieri il ministro Carlo Nordio era particolarmente di buon umore. Eppure aveva appena ricevuto diversi attacchi: quello del consigliere renziano del Csm Ernesto Carbone, quello consueto di Travaglio, costruiti sull'idea che Nordio, essendo veneto, beva molto. Vecchio schemino polemico marca Pci ripescato tempo fa da Corrado Augias (lo stesso schemino che tanti anni fa i comunisti adoperavano contro Giuseppe Saragat). Roba nuova e molto fine. Ma lui se la ride. Come se la rideva Saragat.
Nordio ieri era contento per un altro motivo. Personaggi come Patrizio Gonnella, Francesco Petrelli e Riccardo Magi hanno espresso apprezzamento per la decisione del ministero di dare via libera al sesso in carcere, allineando l'Italia ai pochissimi paesi (essenzialmente i paesi scandinavi) campioni di garantismo vero. Patrizio Gonnella, uomo di estrema sinistra che di solito scrive sul Manifesto, è il capo dell'associazione «Antigone», super libertaria, nemica giurata dell'idea stessa del carcere. Francesco Petrelli è il capo degli avvocati penalisti che proprio ieri stavano decidendo su uno sciopero contro i decreti sicurezza. Riccardo Magi è il capo di +Europa e l'erede di Marco Pannella. Tre punte di lancia della battaglia per l'umanizzazione delle prigioni, ma anche alfieri intransigenti dell'opposizione al governo Meloni. Evidentemente, però, persone oneste, che immediatamente hanno esultato per il grande risultato raggiunto. È da anni che loro si battono per il diritto dei detenuti a fare sesso. Hanno dovuto aspettare Carlo Nordio e il governo di destra per raggiungere l'obiettivo. La sinistra li aveva sempre considerati degli insopportabili rompicoglioni.
Ieri Nordio ha fatto il punto coi suoi collaboratori: «A dare spazio all'affettività e al sesso in carcere - ha detto - si sono resi disponibili, finora, 32 istituti penitenziari. I primi a partire saranno Brescia, Trento, Civitavecchia, Firenze Sollicciano, Bologna, Napoli Secondigliano. Abbiamo agito - ha spiegato Nordio - dopo che la Corte Costituzionale era intervenuta con una sentenza storica in tema di umanizzazione della pena. Naturalmente ora abbiamo bisogno di un po' di tempo. Comunque è molto importante che il Dap fissi le linee guida. Ed è importante sapere che per circa 17000 detenuti cambieranno radicalmente le condizioni di detenzione».
Il sesso in carcere fa parte del pacchetto di riforme della giustizia sul quale il ministro sta lavorando. Gli abbiamo chiesto se il fuoco ad alzo zero dell'opposizione e dell'Anm contro di lui lo fermerà. Ci ha risposto in modo secco: «L'importanza delle riforme che stiamo approvando è dimostrata dall'intensità quasi ossessiva delle reazioni che provocano. Molte sono legittime e comprensibili, altre sono invece scomposte, alcune addirittura offensive, tutte comunque previste. Comunque, più questi attacchi sono aspri e ingiustificati, più consolidano la nostra energia nel procedere verso l'obiettivo impostoci dal mandato elettorale. Alla fine il popolo sovrano, nel referendum previsto dalla Costituzione, manifesterà la sua scelta che porrà fine a ogni polemica».
Nei giorni scorsi il ministro era stato oggetto di molti attacchi. Ancora ieri il giornale di Carlo De Benedetti (Domani) aveva sollevato il presunto scandalo di un magistrato che ha chiesto di lasciare il ministero per dissensi. Si tratta di Luigi Birritteri, capo del dipartimento giustizia, che ha fatto richiesta di rientrare in ruolo all'Avvocatura dello Stato. Fanno sapere fonti governative che lo ha fatto «vuoi perché rientra nella naturale ambizione di un magistrato voler tornare nel ruolo, vuoi perché - è notorio - non si trovava d'accordo con alcune decisione accentratrici del Gabinetto. Il caso Almasri potrebbe aver influito sulla decisione che comunque tutti sapevano che a breve sarebbe stata presa da Birritteri».
Nordio comunque nelle polemiche si trova benissimo. È abituato. Qualche tempo fa lo accusarono persino di avere fatto abolire l'abuso di ufficio per favorire il suo dentista: Il Giornale scoprì che Nordio e questo dentista non avevano mai avuto il piacere di conoscersi.
Gli attacchi dei giornali, anche da fronti opposti, sono quotidiani. Di solito il lunedì, il mercoledì e il venerdì lo massacrano accusandolo di essere un forcaiolo maledetto. Gli altri quattro giorni della settimana lo accusano di essere un lassista e un garantista senza scrupoli. Un collaboratore del ministro mi fa vedere una piccola raccolta. Decine e decine di articoli, tutti con accuse che poi si sono dimostrate assolutamente infondate. Il capofila, naturalmente è il Il Fatto. Ma anche Domani, La Stampa, Repubblica e l'Unità non scherzano.
Almeno una volta alla settimana tirano una frecciata.Nordio ad ogni attacco, con i suoi stretti collaboratori, battuteggia, alza le spalle e si gasa perché sente l'odore della battaglia. Commenta con Churchill: «Voi fate del vostro peggio, noi faremo del nostro meglio».
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