Laboratori all'avanguardia, tecniche d'indagine sofisticate, banche date intelligenti. Con uno scopo solo: interrogare le ombre. Per incastrare colpevoli attraverso un frammento di proiettile o un capello nascosto. O per dare un corpo a quelle ombre. Ci sono task force che si muovono lungo tutti gli scenari di guerra del mondo, indagano su catastrofi naturali, genocidi e attentati terroristici, in condizioni da incubo. Un compito complesso, un lavoro durissimo per specialisti dai nervi d'acciaio. Si chiamano «Disaster victim identification», ne esistono tredici in tutto il mondo, figlie dei nostri tempi, figlie delle stragi di innocenti che insanguinano il mondo. Csi di guerra in guerra con la morte. E con una pattuglia di donne sempre in prima linea. Come Amy per esempio. Che ha una storia tutta sua. Pensare che quel martedì sembrava un giorno come tanti. Amy si era alzata solo un po' più presto perchè doveva partecipare a un corso di aggiornamento professionale. Una noia mortale. Un giorno come tanti se non fosse per la data: 11 settembre 2001.
Per anni Amy Zelson Mundorff, 37anni, aveva lavorato nascosta nell'anonimato. Antropologo legale. Poi la luce abbagliante che ha cambiato la sua vita, proprio nel posto più insospettabile: la saletta di un corso di aggiornamento professionale. Amy è una delle prime ad essere spedita al Wto. Appena arriva sul posto la torre sud si sbriciola su di lei. Un'onda di vento e di macerie la solleva, la sbatte chissà dove, seppellendola di detriti: «Ero convinta fosse la mia tomba». Sviene. Quando li riapre ha due occhi neri, una costola rotta, un trauma cranico, ustioni, le gambe ferite. Ma è salva, è viva. Due giorni dopo, cosi com'è, è già sul luogo del delitto. È una delle migliori specialiste di ossa, sente che lì c'è bisogno di lei.
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