Città del Vaticano - Dopo quasi ottanta anni di
vita Radio vaticana si arrende alla pubblicità, inserendo nella sua
programmazione spot commerciali. Una innovazione che il direttore,
padre Federico Lombardi, ha definito "rivoluzionaria" e che
modifica profondamente la fisionomia di un’emittente, che fin dal
1931, da quando cioè per volere di Pio XI andò in onda la prima
trasmissione, non ha mai ceduto alle lusinghè degli inserzionisti.
Ma forse la crisi globale da un lato e soprattutto la necessità,
dall’altro, di risanare i bilanci in passivo da anni, hanno spinto la
radio del papa a pensare un pò di più come una radio commerciale.
Un passo certamente rivoluzionario, "ma non una rivoluzione", ha
assicurato Lombardi, perchè non verrà meno la prima vocazione
dell’emittente: "quella cioè di essere uno strumento di
evangelizzazione in tutti i continenti".
Pubblicità attentamente selezionata Per evitare dunque imbarazzi
di sorta sarà necessario selezionare attentamente le aziende che
vogliano trasmettere messaggi pubblicitari, "coerenti con la nostra
natura" ha detto padre Lombardi, sull’esempio di Enel che sarà il
primo inserzionista in assoluto. Dal 6 luglio al 27 settembre, infatti,
l’azienda leader nel settore energetico manderà in onda i suoi spot
in 5 lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese e tedesco. "Siamo
onorati - ha detto il presidente Piero Gnudi nella conferenza stampa
di presentazione, cui ha preso parte anche mons. Renato Boccardo,
segretario generale del governatorato della Città del Vaticano - di
essere stati scelti come primi inserzionisti di una radio che è tra le
più diffuse al mondo; anche perchè questo progetto ci dà la
possibilità di comunicare i nostri valori direttamente a quelle
persone che sono i nostri utenti e cioè le famiglie".
Per prima Enel Da un punto di vista tecnico, gli spot di Enel che rimpingueranno le
casse di Radio vaticana di "qualche decina di migliaia di euro",
saranno mandati sul canale in fm "One-o-five", attivo
principalmente sulla zona di Roma, ma accessibile anche su gran
parte del territorio nazionale. Mentre il lavoro di preselezione degli
inserzionisti sarà affidato alla concessionaria di pubblicità Mab.q,
che non stipulerà contratti senza prima aver visionato gli spot, ha
precisato il presidente Egidio Maggioni.
Fino a 200mila euro di introiti Gli introiti della pubblicità, "che nell’arco di un anno potrebbero crescere fino a 100 mila o 200
mila euro", ha ipotizzato padre Lombardi, si sommeranno al budget
annuale della radio pari a 20 milioni di euro, e potrebbero essere
utilizzati per rinnovare il palinsesto. L’idea degli spot commerciali
sulla sua radio, piacerebbe anche al papa, già favorevole in altre
occasioni a soluzioni moderne, come Youtube e internet.
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