Stesso posto, più o meno stessa ora, praticamente un anno dopo. Risale infatti alla notte tra il 23 e il 24 febbraio 2024 il cosiddetto «precedente» dell'assalto subito una settimana fa, all'alba di sabato 11 gennaio, da una coppia di fidanzati - una ragazza pugliese di 19 anni e il suo ragazzo, un siciliano 21enne - appena usciti dalla discoteca «Alcatraz» di via Valtellina e in cerca di un po' di privacy nell'attiguo parcheggio del discount «Aldi». Se la coppia di fidanzati stavolta è stata assalita da un «branco» di una dozzina tra ragazzi e giovani uomini che hanno tentato, senza successo, di rapinarli dei cellulari e della borsetta, mentre uno di loro, un 36enne di origine egiziana e subito arrestato anche grazie a un buttafuori della discoteca, ha palpeggiato con violenza la ragazza, nel febbraio di un anno fa le cose erano andate un po' diversamente. Vittima di una vera e propria violenza sessuale in piena regola fu una studentessa statunitense di 20 anni. Mentre ballava in discoteca la ragazza, che stava partecipando a una serata organizzata per un gruppo di partecipanti al progetto «Erasmus», aveva infatti conosciuto un coetaneo italiano di origine egiziana. Decisamente alticcia aveva poi deciso di uscire insieme a lui dall'«Alcatraz» per raggiungere il medesimo parcheggio incustodito a fianco del locale, quello del discount appunto. Una volta lì, come documentano i filmati delle telecamere dell'«Aldi» il giovane, nonostante le non poche proteste della ragazza, l'aveva violentata. Era stato poi arrestato dalla polizia, anche allora grazie all'intervento di un dipendente della security del locale che aveva lanciato l'allarme. Il processo a carico del giovane imputato - Abdelrahma El Fayoumy, anche lui studente, incensurato, che ha scelto il rito ordinario ed è difeso dai legali Antonio Ingroia e Gianbattista Quaranta - è tuttora in corso: la prossima udienza, davanti alla nona sezione penale del tribunale di Milano, è prevista per l'8 aprile.
Già un anno fa, all'epoca dell'episodio della ragazza stuprata, il titolare del locale aveva spiegato che l'«Alcatraz», aperto da circa 25 anni, non si era mai trovato a fronteggiare un simile episodio, dicendosi dispiaciuto che la violenza fosse accaduta a fianco del suo locale, in una zona non di diretta pertinenza della discoteca. Anche quella notte, intorno alle 2, un buttafuori si era recato del parcheggio dell'«Aldi» dopo aver sentito i lamenti della studentessa americana che tentava di sfuggire al suo aguzzino. Era stato lui a intervenire per primo e poi a chiamare i soccorsi, mettendo in salvo la ragazza e permettendo l'arresto del 20enne di origine egiziana.
«Abbiamo più di trenta uomini ogni sera. Abbiamo sessanta telecamere - aveva dichiarato allora Lorenzo Citterio, titolare dell'«Alcatraz» al quotidiano La Repubblica -. Abbiamo i metal detector all'ingresso. Abbiamo buttafuori donne per fare i controlli alle donne. Inoltre abbiamo uomini che girano anche in strada».
E, a proposito di analogie, anche stavolta un ruolo determinante nelle indagini, oltre appunto ai buttafuori, lo avranno le telecamere di zona e del parcheggio dell'«Aldi», oltre a quelle interne all'«Alcatraz», i cui filmati sono già stati acquisiti dagli investigatori e dalla Procura e che saranno analizzati con il sistema del
riconoscimento facciale per risalire ai complici dell'egiziano finito a San Vittore per violenza sessuale. La coppia ha raccontato inoltre che due dei loro aggressori sono fuggiti usando dei monopattini, un particolare importante.
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