Insomma ci saranno più canzoni che festival. I 30 brani in gara (ascolto ieri nella sede Rai di Milano) confermano un deciso cambio di passo rispetto agli ultimi Sanremo. Dichiarata in via d’estinzione sul grande mercato dominato per anni da urban e rap, la canzone d’autore si riprende il proscenio dell’Ariston nell’edizione numero 75 in onda su Raiuno dall’11 febbraio.
Sia per testi che per interpretazione. Su tutti Simone Cristicchi perché la sua Quando sarai piccola è il canto maturo di un figlio davanti alla mamma sofferente alla quale restituisce «tutto l’amore che mi hai dato» perché lei ora è sempre meno cosciente ma forse capisce che «tuo figlio è diventato un uomo» (voto 9).
Una canzone che scuoterà gli animi così come quella di Giorgia scatenerà la standing ovation: con tutte quelle impennate di ritmo e quei ricami vocali, La cura per me merita 9,5 al primo ascolto in attesa di un probabile 10 dopo l’esibizione in diretta.
La canzone italiana è questa, non dimentichiamocelo, please. Ma, nel complesso, dalla giovane nostalgia di Olly (attenzione, è molto convincente, voto 8) fino alla matura «alternatività» di Joan Thiele (sorpresa per il grande pubblico, voto 7,5) la costruzione dei brani e la ricerca dei testi sono al primo posto e questa è senza dubbio una decisa inversione di tendenza. Non a caso le ballate abbondano (almeno 16 su 30), gli up tempo no e i brani rap sono decisamente pochi.
C’è chi dimentica rap e trap come Tony Effe che (come previsto anche qui sul Giornale) ha virato verso la ballata in romanesco in Damme ’na mano nella quale le prende da una donna e cita indirettamente Roma non fa la stupida stasera (di Armando Trovajoli con testo di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, mica pizza e fichi). Tutto ok, non poteva fare altro che «ripulirsi» per un pubblico generalista. Ma, diciamocelo, anche per fare Franco Califano o Lando Fiorini ci vuole qualcosa che Tony Effe senza autotune non ha: la voce (voto 5).
Emis Killa con Demoni non si trattiene ed elenca ecstasy e Fentanyl, molotov e narcos dando un quadro perfetto di un certo rap (voto 6/7) mentre Shablo con Guè, Joshua e Tormento faranno ballare tutti con La mia parola, uno dei brani più azzeccati e attuali (voto 7,5). Certo, c’è chi alza volume e velocità come Clara e Sarah Toscano, meglio la seconda della prima (rispettivamente 4,5 e 6, ragazze potete fare meglio) e chi sfida l’esperienza come Marcella Bella che in Pelle diamante è incalzante ma non veste benissimo il ruolo: «Stronza forse, ma sorprendente». Insomma (voto 6 scarso).
Chi non sorprende perché conferma di restare ad altissimo livello è Brunori Sas che in L’albero delle noci dedica alla figlia parole e stile alla De Gregori: «E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre» (voto 8). Discorso analogo per Willie Peyote che in Grazie ma no grazie gioca con i luoghi comuni della destra («dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze») ma forse non ha il guizzo vincente di Mai dire mai del 2021: voto 8 al brano, voto 5 perché ora, dai, è banale prendersela solo con chi comanda. Chi si è affiancato a un giovane cantautore ma è rimasto comunque personale sono i The Kolors, radiofonicamente fortissimi ma forse meno entusiasmanti di Italo disco e Un ragazzo, una ragazza (voto 6,5).
Anche Rose Villain è meno esplosiva di Click boom! dell’anno scorso e con Fuorilegge parte meno impetuosa citando Almeno tu nell’universo di Mia Martini (voto 6,5). Discorso a parte per Francesco Gabbani, uno dei pochi che da sempre prosegue sulla propria strada. La sua Viva la vita porta positività perché «su tutti i lividi farà anestesia», non ha forse il ritornello che si appiccica ma è un brano che piacerà a tanto pubblico (voto 7,5). Chi invece sarà scoperto per fortuna dal grande pubblico è Lucio Corsi, autentico tesoro nascosto della nostra musica d’autore che «non gli importa del futuro» e nel brano Volevo essere un duro canta che «vivere la vita è un gioco da ragazzi» conservando una purezza ispirata da pionieri come Bowie o Marc Bolan.
Il suo glam pop vale 8, e ce ne fossero. C’è molto glam anche in Achille Lauro, uno che in questo Festival porta una delle sue canzoni migliori. Con il singolo attuale che gira in radio, Amore disperato, forse avrebbe vinto, con Incoscienti giovani arriva all’eccellenza assoluta e di certo si candida tra i possibili vincitori (voto 8). Nella mischia sanremese navigano al momento i Coma_Cose (Cuoricini è al di sotto delle attese, voto 6), Modà (conferma, voto 6,5), Noemi (brava ma voto 6) Francesca Michielin (non brilla, voto 6).
Discorso a parte per Elodie, che conferma una statura importante che resta in attesa di un pezzo gigantesco (Dimenticarsi alle 7 vale appunto 7) e Fedez che con Battito ha un pezzo musicalmente non strabiliante ma con un testo che parla di una donna che in realtà è la solitudine. Parlami di te, bella signora. A buon intenditore (voto 7).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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