Laura Rio
da Milano
Calamity Alba. Frustino in mano, pronta a domare i cow boy. Non poteva che essere così il ritorno della Parietti alla guida di uno show tutto suo, il nuovo reality «mandriano» di Raidue. Dopo otto anni di ospitate, al primo che le ricorda che avrebbe fatto meglio a scegliere un programma più «serio», lo fulmina dicendo che «non è necessario parlare di politica per mostrarsi intelligenti».
Dunque, anche se Alba non sarà fisicamente nel «Wild West», tra brulle praterie e mucche da governare, ma negli studi milanesi di via Mecenate, la più selvaggia resta lei. «Me ne frego delle critiche, della concorrenza e dei confronti con le altre conduttrici», chiarisce subito.
Bene, ma partiamo dallinizio. Lultima volta che fu padrona di casa di uno show fu a Macao nel 98, poi ha passato otto anni a domandare perché le facessero fare solo lospite alza-ascolti...
«Be... la risposta ora è diventata evidente. Cambiata maggioranza, gli spazi si sono aperti».
Ma se torna su Raidue, che non è certo una rete connotata a sinistra...
«Infatti devo ringraziare il direttore Antonio Marano che mi ha voluto alla conduzione del suo nuovo reality. Il problema è che io sono etichettata come una radicale di sinistra, e per questo non mi hanno fatto fare nulla per anni. Invece sono semplicemente una progressista che dice sempre quello che pensa, che non scende a compromessi. E che ama confrontarsi con tutti, anzi mi viene facile duettare con quelli che la pensano diversamente da me».
Questestate duettava, nel senso di cantare, con Berlusconi...
«Non vedo cosa ci sia di male. Ho sempre detto che non votavo per lui. E lui lo sa. Ma questo non ci impedisce di scherzare».
E cosa ha votato lultima volta?
«La Rosa nel pugno. I radicali mi piacciono perché dicono le cose chiaramente, come Capezzone che ha tirato fuori i fogliettini con scritti i nomi dei candidati per le poltrone Rai che circolavano a Montecitorio».
Adesso sarà alla guida di uno show che a quelli di sinistra fa venire lorticaria...
«Fatti loro. Io sono una showgirl, mi hanno offerto Wild West, mi è piaciuto subito e sono contenta di presentarlo».
Però il suo desiderio era proseguire lesperienza di Grimilde, il talk di donne andato in onda con successo di ascolti a giugno su Italia 1.
«Certo, quello è un prodotto tutto mio. Il direttore di Italia 1 Tiraboschi mi ha promesso che andrà in onda questa primavera. E lui è un uomo di parola».
Intanto parte Wild West: perché dovrebbe essere più vero di tutti gli altri finti-reality?
«Perché i dodici concorrenti che abbiamo scelto sono persone con storie incredibili. Sei donne e sei uomini non famosi, che sono partiti guidati dallo spirito davventura, non dal desiderio di farsi vedere in televisione. Hanno dentro una tale carica di umanità che il programma diventerà unesplosione di emozioni. Anche se noi non li forzeremo a spiattellare la loro vita, come succede in altri reality».
Come quando allIsola dissero a Montano che lArcuri lo tradiva...
«Non mi pongo il problema. Noi partiamo da zero e abbiamo un budget notevolmente inferiore a quei due programmi. Non possiamo confrontarci con uno show di Canale 5».
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