Se l'Unione europea, oggi, è identificabile con una faccia italiana, beh... è quella di Romano Prodi. Una cosa che spiega molte cose dell'Europa e anche di Prodi. Ridono sempre ma tu non sai mai il motivo. Perché lo diciamo? Così, a caso.
E per caso, l'altra sera a Piazzapulita e la mattina dopo a Omnibus, sempre su La7, che è un po' la RSA della vecchia sinistra, abbiamo sentito parlare Romano Prodi, uno che come Renzi non ha mai fatto così tanta politica da quando ha detto di aver smesso di farla.
E cosa ha detto Prodi? Che la Meloni ha risolto il caso di Cecilia Sala
grazie agli Stati Uniti mentre quando lui ha liberato Mastrogiacomo ha fatto tutto da solo. Che la Meloni ha incautamente affidato il nostro futuro a Trump e Musk; e lì ci siamo ricordati quando lui lo affidò ai francesi e ai tedeschi. E che la Meloni è stata cattiva con lui: «L'ho sentita in tv urlare il mio nome. Perché se la prende con me per quello che dico?»; e la risposta, forse, è in quello che hai fatto.
Liquidazione dell'IRI. Svendita dell'Italia. Ubbidienza alla Cina. Cambio lira-euro. «Lavoreremo un giorno in meno». Bundesbank. «Sono servo della Ue».
Prodi ci ha fregato così tante volte che ogni volta che lo sentiamo parlare ci convinciamo che il
momento di maggiore dignità della sinistra italiana sia stato quando lo ha sgambettato sulla via del Quirinale, lastricata di sanpietrini e traditori. Che non a caso in latino (che a qualcosa serve) si dicono proditores.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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