Antonveneta, confermati due anni per Brancher

La Corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna a due anni per l'ex ministro nell'ambito della scalata fallita ad Antonveneta. Il deputato del Pdl è stato riconosciuto colpevole di ricettazione e appropriazione indebita. La difesa: "Faremo ricorso in Cassazione"

Antonveneta, confermati due anni per Brancher

Milano - I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a due anni di reclusione nei confronti di Aldo Brancher. L’ex ministro era accusato di ricettazione e appropriazione indebita nell’ambito di uno stralcio dell’inchiesta sulla tentata scalata ad Antonveneta. I giudici della quarta Corte d’Appello hanno confermato integralmente la sentenza di primo grado, emessa lo scorso 28 luglio con rito abbreviato, come aveva chiesto il sostituto pg Elena Maria Visconti.

La vicenda Sul caso Brancher si erano accesi i riflettori lo scorso anno, perché il deputato del Pdl, appena nominato ministro senza portafoglio, aveva presentato legittimo impedimento il 24 giugno scorso proprio in prossimità del processo che si doveva aprire. Ne erano seguite numerose reazioni polemiche dal mondo della politica e il 7 luglio, proprio nell’aula del processo, il ministro aveva annunciato le sue dimissioni. Brancher era accusato di appropriazione indebita e ricettazione per una somma complessiva di circa 827mila euro che, secondo l’accusa, sarebbero stati a lui girati da Giampiero Fiorani, ex ad di Bpi, o da persone a lui vicine, tra il 2001 e il 2005. Soldi sottratti dalle casse della banca, che sarebbero serviti per appoggi nel mondo politico e istituzionale. In primo grado Brancher era stato condannato per quattro episodi, due di ricettazione e due di appropriazione indebita, mentre per altri due era stato assolto. Sentenza confermata oggi.

La difesa: "In Cassazione" Per l’avvocato Filippo Dinacci, con le sue dimissioni da ministro Brancher "è stato un esempio e ha dato dimostrazione di spirito istituzionale, assoggettandosi al processo.

Non mi convince la conferma della condanna di primo grado - ha affermato il legale, riferendosi alla sentenza d’appello che ha ribadito i due anni di reclusione già inflitti a Brancher per appropriazione indebita e ricettazione - la ricostruzione fatta dalla Procura generale non mi convince e neppure le conseguenze giuridiche. Faremo ricorso in Cassazione".

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