Archeologia, scoperta ad Aquileia un'abitazione imperiale

La casa, usata dal I al V secolo dopo Cristo, presenta un pavimento con mosaico ornato da crocette nere su un fondo bianco. Il materiale terroso trovato durante lo scavo è in corso di analisi da parte dei paleobotanici che stanno ricostruendo l'evoluzione del paesaggio vegetale

I resti di una abitazione dell'età imperiale sono venuti alla luce ad Aquileia (Udine) nel corso di una indagine archeologica, condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, che riguardava lo scavo di un pozzo artesiano, nell'ambito della ristrutturazione di un'abitazione privata in via Patriarca Popone. Gli scavi hanno riportato alla luce un edificio, affacciato sulla strada che delimitava, ad ovest, l'isolato occupato dal complesso basilicale. Aquileia, fondata dai romani nel 181 avanti Cristo come colonia militare, passò rapidamente dal ruolo di baluardo difensivo a quello di base per spedizioni espansionistiche e poi a quello di capitale della X Regio Venetia et Histria, status che le consentì di diventare una delle grandi metropoli dell'impero.
Lo scavo, viene spiegato in una nota della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, permette di ampliare la conoscenza di uno dei quartieri più intensamente abitati di Aquileia, dall'età romana fino ai giorni nostri. La porzione indagata, infatti, seppur minima, consente di tracciare la storia di un contesto insediativo caratterizzato da una lunga continuità di vita, a partire almeno dalla piena età imperiale, quando viene costruito un muro che verrà poi, continuamente, riutilizzato nelle successive fasi. Nel IV secolo dopo Cristo fu creato un vano accessibile dalla strada tramite un'ampia apertura, fiancheggiata da pilastri. Il vano era caratterizzato da un pavimento con mosaico ornato da crocette nere su un fondo bianco, di cui si conserva un'ampia porzione.
Le vicende successive all'assedio di Attila e alle trasformazioni storiche che determinarono il progressivo declino della città, portarono, nel corso del VI secolo dopo Cristo, al riutilizzo dell'ambiente, mediante la chiusura dell'ingresso con un muro e la soprelevazione dei livelli pavimentali.
L'importanza della scoperta deriva dal fatto che i resti individuati portano ulteriore testimonianza della vita tardo antica e altomedievale di Aquileia, ancora scarsamente documentata, ma che grazie alle scoperte più recenti, sta iniziando ad acquisire una nuova fisionomia.
Straordinaria, inoltre, la sequenza della vegetazione, dal VI-V secolo a oggi, rilevata dal paleobotanico Marco Marchesini e attualmente oggetto di studio.

Durante lo scavo, sono state, infatti, prelevati numerosi campioni: il materiale terroso è stato sottoposto a operazioni setacciatura in acqua, che hanno permesso di individuare numerosi reperti vegetali, in particolare pollini, che consentiranno di ricostruire l'evoluzione del paesaggio vegetale dall'età tardo antica all'età contemporanea.

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