ARCIMBOLDI 2009

«È il terzo grande teatro di Milano» dice Letizia Moratti. Sul podio la Scala, il Piccolo e l’Arcimboldi, l’ultimo nato che presenta una stagione 2008-2009 ricca di appuntamenti allettanti. Pezzi forti musica d’autore, danza contemporanea, musical, la comicità di Zelig e La notte dei pubblivori, maratona di spot da tutto il mondo.
La star musicale della stagione è Liza Minnelli, che ha scelto la sala della Bovisa per la tappa milanese del suo Tour 2008 (14 novembre). E poi Leonard Cohen, il cantautore canadese in Europa dopo quindici anni (23 ottobre), Burt Bacharach (26 ottobre), Jean-Michel Jarre (6 novembre), il Soweto Gospel Choir (13 dicembre).
Tra i musical arriva (dal 5 al 20 marzo, meglio tardi che mai) Mamma mia!, storia raccontata con le canzoni degli Abba che quest’anno avranno anche il traino di un film su di loro, che esce il 3 ottobre e ha nel cast Meryl Streep. Debutta Bollywood (19 maggio), dedicato a fatti e misfatti della Hollywood indiana. Tornano Notre Dame de Paris di Cocciante e Peter Pan di Bennato. Per la prima volta in Italia il Circus Oz (dal 9 dicembre). La danza apre con Fragments (2 ottobre), prosegue con il Tango di fine anno di Miguel Angel Zotto, chiude con Metamorphoses (dal 28 aprile), performance contemporanea ispirata al poema di Ovidio.
Quattro milioni settecentoventicinquemila euro di incassi, oltre duecentomila presenze, un’impennata delle serate da trenta a centocinquanta, spesso con il tutto esaurito. Non è impresa facile, visto che l’Arcimboldi è un gigante da duemilaquattrocento posti. Due record battuti nella scorsa stagione. Il primo grazie a Tom Waits (800mila euro), il secondo è stato Cats, che il 7 giugno ha battuto il primato italiano per una sala teatrale. Non male per il fratello minore del Piermarini, nato per sostituirlo negli anni del restauro e poi affidato alla gestione quasi familiare de «I Pomeriggi musicali».
Resta il problema dei costi di gestione altissimi, coperti grazie anche ai contributi pubblici: un milione e centomila euro dal Comune e altrettanti dalla Regione. «Ma l’aumento della produttività ha generato nuovi ricavi e i contributi sono in calo, come accade per la Scala» spiega Moratti.

«Stiamo lavorando per trasformarlo in Fondazione, come sono già la Scala, il Piccolo, la Triennale» conferma l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Zanello. Tra il Comune e il Pirellone c’è qualche divergenza di vedute, ma l’accordo è inevitabile per garantire un futuro stabile a un teatro che ha dato prova di meritarlo.

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