Dopo il Duomo e la stazione Centrale, il Comune studia un’illuminazione scenografica anche per la Pinacoteca. Lunedì partono i lavori per rendere pedonale via Brera e Fiori Oscuri, il progetto di restyling è già definito ma Palazzo Marino prova ad arricchirlo (quasi) in corso d’opera. Oggi ha invitato Paolo Castagna e Gianni Ravelli, i designer che hanno firmato le nuovi luci per la cattedrale, dovrebbero elaborare in tempi record un piano per rendere più suggestiva la passeggiata nella Brera by night. Per ora, nel progetto c’è il divieto alle auto, nuovi lampioni, un percorso ciclabile tra via Monte di Pietà e Porta Nuova, una pavimentazione di pregio che sostituirà anche i masselli nel tratto già pedonale tra via Fiori Chiari e Pontaccio, dove tredici locali dovranno ritirare tavolini e sedie all’aperto durante i lavori. Una decina di giorni fa era scattata la rivolta, tutti e tredici avevano aderito alla raccolta firme aperta dai titolari del bar Jamaica per stoppare o rinviare le opere. Quest’anno lo storico locale compie cent’anni e il cantiere rischiava di rovinare la festa e accorciare il calendario degli eventi. Ma dopo le trattative prima del vicesindaco Riccardo De Corato e ieri degli assessori alle Attività produttive Giovanni Terzi e ai Lavori pubblici Bruno Simini, i lavori partiranno senza rivolte e con meno disagi. «Nessuna preoccupazione - conferma Simini - erano circolate voci sbagliate, la nostra intenzione era e rimane quella di concludere i cantieri entro il 30 marzo, quindi i commercianti dovranno sopportare il disturbo pochi mesi». E da lunedì solo un locale, il Bar Brera, dovrà ritirare metà del dehors, per gli altri la chiusura sarà più corta. «Potevamo finire anche prima - ammette Simini - ma un mese e mezzo servirà a sostituire le tubazioni di A2a, approfittiamo dell’apertura del cantiere per fare anche questo lavoro».
Soddisfatti i commercianti, che si sono dati appuntamento venerdì per nominare un rappresentante che seguirà il progetto e concorderà con il Comune come ridurre al minimo i disagi per le attività. «Se il cantiere lo consentirà - spiega Giorgio Montingelli, delegato per il territorio dell’Unione del commercio - i locali dovrebbero riuscire a usare gli spazi che resteranno liberi per mettere tavolini e sedie all’aperto, affronteremo di volta in volta la situazione.
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