Biennale della discordia

Ottomila intellettuali con la kefiah firmano contro il Padiglione di Israele. Il ministro Sangiuliano: "Intolleranti". Petizione inaccettabile e vergognosa

Biennale della discordia
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Anche l`arte israeliana finisce sotto tiro. Sono più di 8mila i firmatari di una lettera aperta che invita la Biennale d`arte di Venezia a escludere il Padiglione di Israele dalla 60ma edizione della manifestazione, che si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024. Un testo molto duro che scarica tutta la responsabilità del conflitto nella Striscia di Gaza su Israele, nonostante sia lo Stato aggredito. «Mentre il mondo dell`arte si prepara a visitare il diorama degli stati-nazione ai Giardini, affermiamo che offrire un palcoscenico a uno Stato impegnato in continui massacri contro il popolo palestinese a Gaza è inaccettabile», si legge nel testo. Viene fatto anche riferimento diretto alla sentenza della corte internazionale dell`Aia: «La più alta corte del mondo, la Corte Internazionale di Giustizia, ha affermato che Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio contro i palestinesi di Gaza». La petizone è stata da più parti presentata come una petizione firmata da "8 mila artisti". Non è così: ci sono molti firmatari che sono studenti o che con l`arte non hanno molto a che fare.

Ma, in effetti, tra i sottoscrittori, ci sono anche nomi importanti del panorama culturale. A partire dalla fotografa statunitense Nan Goldin, che già dall`inizio delle ostilità ha espresso il suo supporto alla popolazione palestinese, o Mike Parr. Hanno aderito anche i Turner Prize (il riconoscimento britannico più imprtante per l`arte contemporanea) Tai Shani e Jesse Darling, il compositore Brian Eno, la storica dell`arte Claire Bishop, la curatrice Fanny Gonella, attualmente direttrice del FRAC Lorraine, David Velasco, ex caporedattore della rivista statunitense Artoforum. Molti anche i firmatari attivi in Italia, come Cesare Pietroiusti, Adelita Husni Bey, Simone Frangi, Sara Enrico, Rossella Biscotti, Igor Grubic, Andreco, Mp5, Matteo Lucchetti, Iain Michael Chambers. Al momento la Biennale di Venezia non ha rilasciato commenti. Come è noto, del resto alla Biennale Arte possono partecipare le nazioni riconosciute dallo Stato italiano. I padiglioni sono allestiti in maniera autonoma dai singoli Paesi che ne sono i possessori. Ad esempio la mancata participazione della Russia dopo l`aggressione all`Ucraina è dipesa da un passo indietro dei curatori russi. Ma questi non sono argomenti utilizzabili coi membri dell`associazione Anga (Art Not Genocide Alliance) che ragiona a senso unico.

Ha comunque preso una posizione chiara il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano «No agli intolleranti.

È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di pensiero e di espressione creativa in una Nazione democratica e libera come l`Italia. Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte ma ha il dovere di dare testimonianza al suo popolo proprio in un momento come questo in cui è stato duramente colpito a freddo da terroristi senza pietà».

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