Massimo Pulini: "Riecco la mia Biennale del Disegno"

Il docente presenta la quarta edizione della prestigiosa manifestazione di Rimini, con 12 mostre sul tema del viaggio

Massimo Pulini
Massimo Pulini
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Potremmo parlare di un gradito, anzi graditissimo ritorno. In realtà il professor Massimo Pulini, titolare della Cattedra di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e raffinatissimo curatore, non se n’era andato ma ha continuato in questi anni a lavorare sulla sua creatura più felice: la Biennale del Disegno di Rimini, ideata ai tempi in cui era assessore in città e sospesa poi dopo il Covid. Il 4 maggio la manifestazione torna ad allietare, con la sua quarta edizione, gli appassionati dell’arte su carta, dall’antico al contemporaneo, con dodici mostre e mille disegni che provengono da importanti istituzioni internazionali, come l'Accademia Reale di San Fernando di Madrid e i Fonds Regionale d'Art Contemporain de Picardie, e da collezioni private come lo Studiolo Rivi.

Il tema di questa edizione è 'il Viaggio come esito e ispirazione, ma anche come registrazione e contaminazione dal presente al passato'. La formula è quella già sperimentata nelle precedenti edizioni, con un corollario di esposizioni parallele e congiunte, incontri con specialisti, studiosi e giornalisti, reading, conferenze, performance, lezioni, art talk e atelier didattici attorno al disegno in tutte le sue accezioni. abbiamo pensato che, dopo due battute d’arresto, il tema più appropriato per far ripartire la Biennale Disegno fosse quello del Viaggio.

“Usciamo da un periodo che per la prima volta e in simultanea, ha fatto percepire a tutti una dimensione distopica, straniante – dice Pulini - che ci ha fatto vivere in un film di fantascienza, nel quale gli uomini erano scomparsi dalle città, come se una silenziosa bomba avesse trasformato in scenografie deserte i nostri luoghi sociali. Nella stagione di mezzo il gruppo di studio della Biennale Disegno ha operato sull’Archivio, sugli oltre cento disegni donati dagli artisti al Museo della Città di Rimini, ma ha lavorato anche sull’idea di Arca, per un’arte che sappia farsi filosofia di un nuovo salvataggio dei tre regni: animale, vegetale e minerale.

Siamo allora curiosi di conoscere quel che hanno prodotto gli artisti in questo tempo epocale, ma anche quello che, nei secoli passati, hanno espresso prima, durante e dopo il loro andare. Tutto questo, nella miscela che si produce ponendo una mostra accanto all’altra, diviene oggetto principale della quarta rassegna internazionale del disegno”.

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