Torna miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, organizzata dalla Fiera negli spazi di Allianz MiCo, per tre giorni, da oggi fino a domenica, accoglie le proposte creative di 169 gallerie, italiane e straniere. «Crescendo» è il titolo di questa ventisettesima edizione, la terza diretta da Nicola Ricciardi – direttore che ama poco i riflettori e che ha iniziato il suo lavoro nel difficile periodo pandemico - e di incremento si deve parlare, considerato l’aumento delle partecipazioni e il numero dei Paesi rappresentati (27).
Le gallerie milanesi si prendono la scena: Monica De Cardenas con le opere seducenti dell’israeliano Rubin Gideon, Minini, padre (Massimo) e figlia (Francesca), con i delicati colori della venezuelana Sol Calero e i geniali lavori di Paolini, Giò Marconi con le intense pitture dell’americana Trisha Baga mentre da Lia Rumma ci si incanta davanti alle tele azzurre e rosa di Ettore Spalletti e all’opera di Marzia Migliora sui paradossi dell’abbondanza. Cardi Gallery espone una monumentale scultura di Jannis Kounellis mentre Tommaso Calabro opta per una soluzione intelligente: lo stand si apre su telecamere che riprendono in tempo reale la raffinata mostra in corso nella sede della galleria in piazza di San Sepolcro su Stanislao Lepri, che a metà del Novecento fu console a Montecarlo e artista surrealista geniale. Perché – in fondo – anche a questo miart dovrebbe servire: a ricordarci che le gallerie, «negozi d’arte su strada», sono spazi cittadini da visitare e da vivere.
Miart è sì una fiera, e i numeri contano (va detto però che il mercato italiano vale meno del 1.2% di quello mondiale), ma è soprattutto l’occasione per tastare il polso dello stato dell’arte. Interessante la prima delle tre sezioni in cui è suddivisa la fiera: «Emergent», posta all’ingresso, è curata da Attilia Fattori ed è dedicata a una trentina di giovani gallerie emergenti: un giro qui è una Un’opera artistica di Rubin Gideon (a destra), proposta dalla galleria milanese Monica De Cardenas Sopra, di Rodrigo Hernández, la creazione «Immersion» Sotto lo scatto fotografico «Decades», Studio Dabbeni Sono alcune proposte legate alla Fiera Internazionale d’arte moderna e contemporanea a Milano rigenerante boccata d’ossigeno sulla creatività iper-contemporanea (bello il lavoro della milanese Guendalina Cerruti per la galleria londinese Ginny on Frederick, da fotografare lo stand di Foundry, da Seoul e notevole il progetto di eastconremporary, galleria con sede in via Pecchio, con i quadri-scultura della polacca Emilia Kina).
La sezione principale, «Established», si snoda su 133 gallerie che espongono artisti tra il contemporaneo e il Novecento e va detto che alcuni stand come quelli di Perrotin da Parigi, Richard Saltoun da Londra così come Galleria Continua sono una vera gioia per gli occhi.E se all’ingresso della fiera non potrete non fotografare l’originale torta-scultura by Maurizio Cattelan che celebra i vent’anni di «progetti nomadi», alcuni molto discussi, promossi a Milano dalla Fondazione Trussardi (il prossimo sarà a giugno, con una personale di Diego Marcon al teatro Gerolamo), va gustata con calma la sezione «Decades». Curata da Alberto Salvadori, esplora la storia del secolo scorso con artisti rappresentativi per ogni decade, dagli anni Dieci al Duemila.
Da non perdere, i disegni di Giò Ponti accostati alle ceramiche Ginori degli anni ’20, le foto anni ’30 di Regina Cassolo Bracchi, gli scatti degli anni Settanta di Ugo Mulas e i segni vivaci, puro stile anni Ottanta, di Carla Accardi e Pietro Consagra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.