La primavera dell’arte ha avuto nelle scorse settimane uno dei suoi momenti topici, la Fiera d’arte Tefaf di Maastricht che per una settimana intera ha radunato le più importanti gallerie di antico, moderno e contemporaneo, l’esposizione di capolavori e compravendite anche a sei zeri. Mr. Will Korner, direttore generale di Tefaf, racconta in esclusiva al Giornale I risultati dell’edizione 2025, anche come parametro di analisi sul mercato globale dell’arte.
A conclusione della TEFAF, quale bliancio possiamo trarre?
“Questa edizione di TEFAF Maastricht è stata davvero eccezionale. Abbiamo assistito a forti vendite in tutti i settori, dagli antichi maestri al design contemporaneo, insieme a una straordinaria proposta di progetti curatoriali. La vivacità tra i corridoi della fiera è stata palpabile fin dal primo giorno di preview. Collezionisti, curatori e istituzioni di tutto il mondo erano impegnati ed entusiasti, e il feedback degli espositori è stato estremamente positivo. TEFAF ha riaffermato il suo ruolo non solo di importante mercato, ma anche di luogo di incontro per la comunità artistica globale”.
Ritiene che la fiera di Maastricht sia un buon indicatore delle tendenze del mercato dell'arte?
“Assolutamente sì. TEFAF Maastricht è un barometro unico del mercato dell'arte perché riunisce un'ampia gamma di discipline, dalle antichità e gli antichi maestri al design contemporaneo. È uno dei pochi luoghi in cui è possibile vedere come i diversi segmenti del mercato si comportano fianco a fianco. La fiera attira inoltre un pubblico incredibilmente internazionale, riflettendo così sia le abitudini collezionistiche globali sia i più ampi cambiamenti di gusto, interesse e comportamento d'acquisto. Spesso è possibile percepire qui ciò che accadrà nel mercato più ampio sei mesi dopo”.
TEFAF è nata 38 anni fa come fiera dell'antiquariato; oggi mescola antiquariato, arte moderna e contemporanea. Questo indica che il mondo del collezionismo è cambiato?
“Senza dubbio. Il collezionismo è diventato molto più interdisciplinare. I collezionisti di oggi sono curiosi, informati e molto meno vincolati dalle categorie tradizionali. Capita di vedere un collezionista di mobili del XVIII secolo che esplora anche il design italiano del dopoguerra, o un collezionista di arte contemporanea attratto dai bronzi del Rinascimento. Questo cambiamento riflette un approccio più olistico e personale al collezionismo. L'evoluzione di TEFAF rispecchia questo cambiamento: siamo cresciuti e ci siamo diversificati insieme ai collezionisti che serviamo”.
In fiera abbiamo visto capolavori con prezzi a sei cifre e collezionisti provenienti da tutto il mondo. Come sono cambiate, secondo il suo osservatorio, l'identità e la geografia del collezionismo mondiale?
“Possiamo vendere a una base di collezionisti molto più ampia e diversificata rispetto al passato. Mentre i centri tradizionali - Stati Uniti, Regno Unito ed Europa occidentale - rimangono vitali, abbiamo visto un crescente interesse da parte dell'Asia, del Medio Oriente e, sempre più spesso, dell'America Latina. Allo stesso tempo, l'identità dei collezionisti sta cambiando. C'è una nuova generazione di collezionisti esperti di tecnologia, molti dei quali non provengono dal mondo dell'arte tradizionale. Portano nuove prospettive, pongono domande diverse e spesso collezionano in più categorie. È un ambiente più globale e dinamico”.
Le persone che vengono al TEFAF comprano per passione o per investimento? L'arte è ancora considerata un investimento?
“Il motore principale della maggior parte dei nostri collezionisti è la passione. Sono profondamente coinvolti, informati ed emotivamente legati a ciò che acquistano. Certo, l'arte può anche conservare un valore, e saremmo ingenui a pensare che le considerazioni finanziarie non giochino un ruolo, ma direi che il pubblico di TEFAF è motivato più dalla conoscenza, dalla gioia della scoperta e dal desiderio di vivere con oggetti belli e significativi. Quando le persone si innamorano di un pezzo, è questo che spinge alla vendita. Gli investimenti tendono a seguire la passione, non il contrario”.
TEFAF ha insistito sulla necessità di formare una nuova generazione di collezionisti. Come si diventa collezionisti senza disporre di ingenti capitali?
“È una domanda che prendiamo molto sul serio. Non è necessario essere miliardari per essere collezionisti. Servono curiosità, conoscenza e senso dell'avventura. Abbiamo lavorato duramente per creare iniziative educative che demistificano il collezionismo e sostengono i collezionisti emergenti, tra cui il nostro programma TEFAF Talks e la nostra Insider's Collecting Guide. Al TEFAF troverete opere di un ampio spettro di prezzo, ma tutte di qualità eccellente. Incoraggiamo le persone a iniziare da giovani, magari con opere su carta, oggetti di design o artisti emergenti. La chiave è guardare, imparare, fare domande e acquistare ciò che si ama”.
Pittura, scultura, opere su carta e design. Ha notato un'evoluzione nel gusto dei collezionisti al TEFAF?
“Molto. C'è un crescente apprezzamento per i materiali e l'artigianato in tutte le discipline. Abbiamo riscontrato un crescente interesse per il design e le arti decorative, ad esempio, così come per categorie trascurate o sottovalutate come i tessuti o le ceramiche. Le opere su carta continuano ad attrarre collezionisti seri grazie anche alla loro accessibilità. C'è anche una notevole diffusione del collezionismo che travalica i periodi (“cross-period collecting“) e, ad esempio l'accostamento di sculture contemporanee a manufatti antichi, o l'abbinamento di disegni dell'Old Master a mobili modernisti. Questo approccio stratificato e personale riflette un gusto più fluido e personalizzato”.
Le case d'asta sono sempre più grandi concorrenti delle gallerie e quindi anche delle fiere. Come vede il futuro?
“È vero che l'ecosistema dell'arte si sta evolvendo, ma vedo le fiere come TEFAF giocare un ruolo sempre più vitale. A differenza delle aste, le fiere offrono un'esperienza più coinvolgente e riflessiva. È possibile confrontarsi direttamente con i mercanti, conoscere la storia di un'opera e prendere decisioni ponderate in un ambiente più intimo.
La fiducia, l'esperienza e la competenza dei nostri espositori sono insostituibili. Piattaforme diverse possono coesistere e idealmente completarsi a vicenda, purché ci si concentri tutti sulla qualità, sulla trasparenza e sulla costruzione di relazioni durature con i collezionisti”.
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