Asl Rom A, chiacchieroni a oltranza: le spese folli per internet e telefonia

Chiacchieroni al limite del logorroico. Non si possono usare appellativi differenti per descrivere una comunità sufficientemente circoscritta in un’azienda sanitaria dove ogni anno si può arrivare a sborsare 2milioni e 300 mila euro di spese telefoniche. Contando inoltre che i telefonini aziendali sono per pochi eletti, così come la navigazione in internet e l’utilizzo dei telefoni per comunicazioni extraurbane. Eppure malgrado tutte queste limitazioni nell’Asl Roma A non si contengono.
La direzione generale, guidata da Carlo Saponetti, ha licenziato un documento per impegnare 2.325.290,45 euro e fare fronte alle spese di telefonia fissa, telecomunicazione e di telefonia mobile per l’anno corrente. Ed ecco come sono ripartiti i costi: 1.901.414,55 di telefonia fissa, altri 345.875 di telefonia Voip e 78.000 per la telefonia mobile. Una follia se si fa il raffronto con spese analoghe in capo ad altre Asl od ospedali. Senza contare che a contribuire al cospicuo esborso ci si mette pure la spesa per il noleggio di 4 computer portatili con tanto di chiavetta internet. Un contratto biennale pari a 2.073 euro per ciascuno all’anno, più le spese del traffico telefonico. Certo che chi ha scelto il pacchetto in questione non primeggia in parsimonia visto che a metà del prezzo si riescono ad acquistare notebook. Ma tra gli atti dell’Asl ne emergono altri ancora più curiosi se rapportati sempre al dispendio telefonico. Già, merita infatti fare un’altra considerazione sul costo della navigazione internet e della posta elettronica: se si arriva a spendere per questo servizio fino a 345mila euro l’anno allora si dovrebbe convenire che per carteggi e comunicazioni tra distretti, direzioni ed enti locali si usufruirebbe essenzialmente della rete. E invece no. La rete non sembra sufficiente a ottemperare alle necessità dell’Asl. Infatti la direzione generale ha deciso di impegnare un extra di 25mila euro per un servizio giornaliero di trasporto e ritiro della corrispondenza. Insomma, malgrado le bollette telefoniche così salate si continua a far viaggiare ancora la carta. Inoltre se si vanno a sbirciare le voci del bilancio preventivo per il 2009 esce un passivo preventivato di 51 milioni di euro. È triste riflettere che neppure la chiusura del complesso ospedaliero del San Giacomo ha contribuito a un ripiano dei conti. L’unica fetta di risparmio va calcolata al capitolo pulizie: poco meno di 2 milioni di euro l’anno. Ma non basterebbero considerando le altre poste in uscita contenute nel rendiconto preventivo.

In pratica il passivo di bilancio non distoglie i vertici aziendali da continuare a alimentare uscite extra: le spese per consulenze e collaborazioni non sanitarie ammontano a 472 milioni e quelle delle consulenze da privato ad altri 380. Cifre che incrementano il disavanzo sanitario regionale fissato tra 1500 e 1600 milioni.

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