«Asl, servono classi di merito e controlli»

CURSI (PDL) Ridurre a 5 il numero delle Asl e migliorare i servizi grazie alla concorrenza tra pubblico e privato. Il ruolo di «sentinella» del commissario

«Asl, servono classi di merito e controlli»

«La nomina del commissario alla Sanità dev’essere considerata un’espressione del sistema di controllo dei conti voluto dalla Conferenza delle Regioni e dal governo nazionale». Poche parole, quelle del senatore Cesare Cursi, presidente della consulta sanitaria del PdL per spiegare che «la nomina di Elio Guzzanti è avvenuta per traghettare la sanità laziale verso la prossima legislatura».
Anche in questo caso, dopo le vicende che hanno travolto il presidente Marrazzo, da parte del centrodestra è prevalso il senso di responsabilità: sarebbe stato molto più semplice (e politicamente più conveniente) mollare la patata bollente dei conti sanitari al vicepresidente Esterino Montino del Pd che, del resto è stato l’ispiratore di gra parte delle scelte della giunta Marrazzo. Ci sarebbe stata una sorta di continuità gestionale anche nelle responsabilità delle decisioni impopolari che adesso si impongono e che dovranno essere varate dal nuovo commissario.
Senso di responsabilità, dunque, ma non si può certo invocare per il commissario una capacità taumaturgica che renda possibile sanare la politica fallimentare del Lazio e quindi indicarlo come l’artefice di certe scelte piuttosto che altre. «È persona esperta, profondo conoscitore dei pregi e dei difetti della sanità nazionale, che può dare un contributo importante per la riorganizzazione della sanità regionale del futuro. Quanto ai contorni del suo mandato - continua Cursi - potranno essere compiute anche scelte più consistenti. E nell’immediato potranno essere prese decisioni utili a sbloccare finanziamenti alla sanità regionale».
Ma per specificare l’ordine delle priorità in materia di politica sanitaria e assistenziale il responsabile della Consulta sanitaria del Pdl ritiene doverosa qualche precisazione in più per sgombrare il campo da facili preconcetti: «Cancelliamo il dubbio ingenerato ad arte che Guzzanti sia l’uomo del governo Berlusconi mandato per tagliare i servizi della sanità laziale. Il commissario è la “sentinella” voluta da Stato e Regioni, sottolineo Regioni, affinché anche nel Lazio si proceda a quell’azione di risanamento dei conti così come sta avvenendo in tutte le realtà locali interessate dai piani di rientro. Non un mandato politico di programmazione sanitaria, ma un ruolo tecnico di controllore dei conti».
Tuttavia il rischio di utilizzare le scelte del commissario ai fini elettorali è dietro l’angolo. L'esecutivo guidato da Montino qualche giorno fa ha incominciato a mettere le mani avanti per sottolineare che qualunque strada fosse intrapresa con il mandato commissariale sarebbe unilaterale. Ossia non condivisa dalla maggioranza che guida la Regione. Congettura che Cursi scardina senza riguardo: «In campagna elettorale questa sinistra, che ha portato il debito al primo posto a livello nazionale, userà ogni mezzo per mistificare la realtà di cinque anni di scempio sanitario. Lo ha già fatto a fine luglio scorso, scaricando tutte le colpe di un piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, voluto dalla maggioranza di centrosinistra e poi abbandonato sulle spalle del sub-commissario Morlacco, che nell’occasione non ha certo brillato per lungimiranza. Quella era una reazione ampiamente prevista, mi auguro che il nuovo commissario non si presti a tali strumentalizzazioni». Ma il senatore vuole andare oltre la prossima scadenza elettorale lasciando scoprire le priorità politiche e gestionali in materia sanitaria se il governo del Lazio andasse ipoteticamente, il 29 marzo, al centrodestra. «Sono tre, tutte molto chiare. Riforma del ruolo delle Asl, classe di merito, sistema di controllo.

In pratica va riformato il ruolo dell’azienda sanitaria, lasciandone 5 in tutto il Lazio abolendo i carrozzoni pubblici in disavanzo cronico o la micro-sanità privata non organizzata. Si otterrebbe un modello assistenziale basato sull’effettiva concorrenza tra pubblico e privato valutabile secondo apposite classi di qualità e di controllo».

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