Aspetta nove mesi per la visita: quando arriva non c’è il medico

Un pensionato di 79 anni, invalido totale, si è sentito rispondere: vada allo sportello e prenoti un altro appuntamento

Alberto Vignali

da La Spezia

Un’attesa di nove mesi prima di potersi sottoporre a una visita, dopo code e la consueta valanga di moduli da compilare, ma quando si presenta allo studio dell'Asl il medico non c'è.
Con un occhio ormai fuori uso, il bastone e un'invalidità del cento per cento, questo persionato si è presentato al centro diabetico della Spezia, puntuale come lo è stato in tutta la sua vita. Quella visita era un appuntamento importante, ovviamente lui c'era, ma il medico dell'Asl no: «Ci dispiace, ma il dottore stamattina non c'è - si è sentito rispondere - ha fatto la notte...». Santo Donato, 79 anni e una vita trascorsa a lavorare da quando dopo la guerra si è messo ad aggiustare i motori delle auto, non credeva alle proprie orecchie. Ma come? Nove mesi d'attesa e tanti «ripassi» è dovuto tornare a casa come su quella visita si fosse effettuata. «Sono allibito - racconta il pensionato - non mi hanno neppure avvertito prima e non è neppure previsto che se un medico è assente venga sostituito. Una vergogna. E pensare che se io, utente, dovessi saltare una visita senza preavviso la Asl mi fa pagare una penale per mancato guadagno. Mi hanno solo suggerito di compilare il modulo del reclamo e di spedirlo in direzione e di rifare tutta la trafila».
Così Donato dovrà ripresentarsi allo sportello e fare la coda per fissare un'altra data.
«Di queste visite - racconta - ho bisogno. Sono dieci anni che soffro di diabete e devo sottopormi a periodici controlli. Nell'aprile scorso la retinopatia mi ha reso cieco dall'occhio destro. La circolazione del sangue - prosegue - non funziona bene e ho tanti acciacchi legati al diabete. Perché questo trattamento? Magari dovrebbe esserci un po' più di attenzione e rispetto».
Ma c'è di più.

Le visite periodiche - per anni una ogni quattro mesi - avvengono adesso ogni nove mesi. «Ma non certo perché io stia meglio e abbia meno bisogno di cure», sottolinea Donato. Che sia colpa degli ormai famosi «tagli» alla sanità spezzina?

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