Ci sono poche opere letterarie che siano universali quanto la Divina Commedia. Borges, che adorava Dante, riguardo al suo poema in terzine diceva: «Non c'è cosa sulla terra che non sia anche lì». Le tre cantiche sono un'opera totale, che per sua natura spazia dal fondo degli inferi sino all'empireo, una summa che racchiude buona parte della cultura del Medioevo.
Eppure Dante, per la sua narrazione in terzine è anche capace di mettere in campo una narrazione che spesso è visiva. Il dettaglio, l'osservato di persona, il paragone geografico che parte da un luogo visto: sono queste pennellate veriste all'estremo a rendere Dante l'artista della parola che è. Ecco perché, allora, l'Atlante Dantesco creato da Gianluca Barbera per i tipi di Rizzoli, oltre ad essere un colto divertissement, diventa uno strumento di divulgazione geografica della Commedia e della vita di Dante.
Si parte ovviamente seguendo Dante per la sua Firenze per poi seguirlo nel suo esilio e infine in una carrellata lungo le mappe di Inferno, Paradiso e Purgatorio, sia dove le loro rotte toccano il reale sia dove virano verso il fantastico, che per gli uomini medievali era un continente a sé stante ma non così disgiunto dal mondo di tutti i giorni come potrebbe essere per noi.
La parte fiorentina del libro potrebbe essere proprio usata come una guida turistica alternativa. Chiese, torri, strade, diventano continue occasioni per Barbera, a inizio volume, per conversare con il suo Dante immaginario.
Del resto l'idea di fare di se stesso un personaggio è propria del Sommo poeta e quindi quella dell'autore non può essere considerata impertinenza, semmai omaggio.
Dopo il libro assume una forma più austera e dotta ma il dialogo tra i versi del «Ghibellin fuggiasco», per usare la definizione di Foscolo nei Sepolcri, e i luoghi è sempre preciso e documentatissimo. Il tutto aiutato anche da un corredo di immagini efficaci e da una cartografia precisa che in un Atlante, per quanto letterario, si fa sempre apprezzare.
Il vero valore aggiunto è però che Barbera fa dialogare i luoghi non soltanto con Dante e i suoi versi ma anche con i personaggi e gli intellettuali che del mondo di Dante hanno fatto parte: da Brunetto Latini a Cecco degli Angiolieri passando per il ghiotto Forese Donati.
Quindi al lettore la scelta, può intraprendere tutto il viaggio che porta da Firenze all'impalpabile immaginifico del Paradiso, oppure può sfogliare a caso e fermarsi dove vuole (lo scrivente ha apprezzato soprattutto i luoghi della guerra e della politica a partire da Campaldino dove Dante ha combattuto), oppure andare a colpo sicuro partendo dall'indice dei nomi e dei luoghi.
Comunque accediate all'Atlante, il vostro viaggio vi farà incontrare molti Dante.
Quello reale, il personaggio della Commedia, quello visto dai suoi contemporanei, quello trasformato in un marchio pop del giorno d'oggi. Del resto il genio è così, mutevole e sfuggevole, difficile da mappare. Meglio inseguirlo armati di un atlante allora.
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