Da quando il biglietto su tram e metrò è schizzato a 1,50 euro, le vendite della singola corsa sono calate: gli introiti registrati da Atm a ottobre sono l’8% in meno rispetto all’anno scorso. Idem per i carnet, andati altrettanto male. Peggio ancora vanno le vendite del biglietto giornaliero a 4,50 euro, precipitato del 20%. Atm però recupera sugli abbonamenti annuali, che sono praticamente raddoppiati in un anno e sugli abbonamenti mensili, il 23% in più. Di fatto i passeggeri hanno capito che conviene abbonarsi anziché comprare il biglietto all’occorrenza, di volta in volta.
Se da un lato cala il numero di biglietti singoli timbrati, dall’altro cresce il numero dei passeggeri: solo in metropolitana sono aumentati del 3%. In generale, i ricavi del mese di ottobre sono il 23,7% più alti rispetto all’anno scorso sia per effetto del biglietto d’oro, sia per il maggior numero di passeggeri in circolazione. Ma dei dividendi non se ne parla: «Non so come si possa ipotizzare che questa azienda ne dia» precisa il presidente Bruno Rota che non ne parla nemmeno più con l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci.
Se non altro, il numero dei passeggeri è destinato a salite ancora per effetto di Ecopass. Rota si aspetta, solo sulla linea rossa, 3.500 nuovi passeggeri a gennaio, da quando entrerà in vigore il ticket per entrare in centro in auto.
Per poter accogliere la nuova folla in arrivo, sarà potenziato il numero dei treni: sulla linea uno entreranno in funzione tre nuovi treni (in tutto saranno quindi 48) e verranno concentrati nelle ore di punta. I passeggeri incrociano le dita. Se infatti dovessero valutare il servizio in base alla giornata di ieri, il voto non sarebbe affatto positivo. Ieri mattina è accaduto quello che lo stesso Rota non ha esitato a definire «un macello». Treni a singhiozzo, uno fermo all’interno di una galleria, con l’aria irrespirabile e la gente isterica, altri treni fermi a catena. Tanti passeggeri sono stati fatti scendere alla stazione di Molino Dorino e hanno dovuto aspettare un altro treno che tuttavia non è ripartito prima di 20 minuti. Per poi fermarsi nuovamente nella stazione di Pero. «Chiedo scusa, non capiterà più» fa il mea culpa il presidente di Atm. E spiega che a contribuire alla mattinata nera ci sono stati anche i test del sistema di regolazione dei treni. Il nuovo meccanismo, appena entrato in funzione, contribuirà ad accelerare il flusso dei convogli sulle vecchie rotaie della rossa. Ma ieri qualcosa non ha funzionato. O meglio, ha funzionato fin troppo: il sistema ha rilevato delle macchie di grasso lubrificante sulle rotaie e ha fatto scattare l’allarme sicurezza poiché le ha «interpretate» come un possibile disallineamento dei binari. Insomma, sembra che il sistema sia troppo moderno per una rete obsoleta come quella della rossa, con il 30% dei treni datati 1964. «Il sistema - spiega Rota - rileva ogni segnale, dobbiamo ritararlo e funzionerà». Il gioiellino, costato la bellezza di 50 milioni di euro, servirà a raggiungere un obbiettivo ambizioso: un treno ogni 90 secondi entro la fine del 2012, contro un treno ogni 2 minuti ad oggi.
Per migliorare il servizio e preparare la rete ad Expo, Rota ha anche intenzione di montare dei tornelli di uscita in metropolitana: serviranno da deterrente contro i furbetti che non pagano il biglietto e garantiranno più sicurezza «senza rallentare il via vai di gente». Per ottimizzare le risorse, Atm ha anche deciso di trasferire una ventina fra controllori e ausiliari della sosta negli uffici per rispondere a tutte le richieste su abbonamenti e biglietti. A mettersi in fila per avere il rimborso dei vecchi biglietti da un euro sono soprattutto gli anziani. «Ma hanno dieci anni di tempo per farlo, non c’è fretta» spiega Rota.
Mentre risolve le beghe cittadine, Atm guarda all’estero: a Riyad gestirà il sistema metropolitano automatico del nuovo campus «Princess Noura University», ateneo femminile della capitale saudita. «Il personale - annuncia Rota - sarà di sole donne».
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