«Gli attacchi dei giornali a Silvio? Non sono altro che spazzatura»

RomaNella città eterna per andare a gustarsi la finale («Un pizzico di preferenza per il Manchester, anche se il Barcellona gioca alla grande...»), ma anche e soprattutto per vedere Berlusconi: «È un grande amico, e secondo me è uno dei pochi che oggi può avere un ruolo decisivo per sciogliere i nodi mediorientali». Ehud Olmert, già premier israeliano, ha colto l’occasione del colloquio di Palazzo Chigi anche per consolare il presidente del Consiglio: «Ho letto delle bullshit che qualche giornale gli ha sparato contro... Idiozie! Schifezze! Io lo conosco bene. Conosco la sua famiglia e i suoi figli, gente in gamba. Mi creda: si tratta di spazzatura pura e semplice. Del resto ho visto che l’hanno messo sotto accusa anche per aver candidato all’Europarlamento alcune belle figliole. Embè? Buon per lui, per l’Italia e per lo stesso Parlamento europeo se saranno elette, no?».
Presidente Olmert, capisco che ritenga Berlusconi un amico di Israele, oltre che suo personale. Ma perché dice che ha carte da giocare per la soluzione del conflitto tra voi e i palestinesi?
«Credo sia tra i pochissimi che può trovare ascolto non solo tra noi e i palestinesi, ma che può essere in grado di smuovere anche i russi che in questa fase delicata possono contare non poco. È noto il suo buon rapporto con Putin, oltre che con gli americani. E dunque penso che in vista del G8, dove non ci si limiterà di certo a discutere di sole questioni economiche, possa imbastire qualche mossa che, nel solco degli accordi previsti dalla Road Map, potrebbe avere un seguito positivo. Io e Israele ci fidiamo di Berlusconi e a quel che so, proprio poco prima del G8, Benjamin Netanyahu dovrebbe venire in Italia per incontrarlo».
Lei pensa che il nuovo premier israeliano possa cercare davvero la pace come lei si era detto pronto a fare?
«Ne sono sicuro. Netanyahu ha fatto esperienza ed è un politico maturo. Secondo me ha intenzione di proseguire nel dialogo con i palestinesi se questi si atterranno ai principi della Road Map».
Parla di palestinesi includendo anche Hamas o solo Fatah?
«Se Hamas accetta i principi definiti ad Annapolis, che includono riconoscimento e sicurezza per Israele, non credo ci sia alcun problema. Del resto guardi che in più di una occasione potevamo distruggere Hamas e non l’abbiamo fatto. Il problema è che non possono pretendere riconoscimenti o ruoli di governo continuando a praticare o a esaltare il terrorismo».
Come giudica il ruolo di Obama? È vero che in Israele qualcuno pensa che gli Usa potrebbero essere un po’ meno amici?
«Fesserie! Le nostre relazioni con Washington e con Obama sono eccellenti e lo saranno sempre di più. Qualcuno può anche pensare che potrebbe non esser così, ma si illude. Del resto la realtà è più forte delle fantasie...».
Un’ultima questione: se in Iran dovesse riuscire ancora a prevalere Ahmadinejad, che cosa pensa potrebbe accadere? Ci sono dei rischi seri alle viste?
«Io i rischi seri li vedo per l’Iran, per la sua gente. Perché non penso che nessuno, ma proprio nessuno - compresi russi e cinesi - potrà dirsi d’accordo con i progetti di armamento nucleare sostenuti dal regime di Teheran.

Per carità: so bene che l’Italia ha un buon rapporto con l’Iran. Ma so anche che Berlusconi non intende dialogare con chi non ascolta e prepara un misero futuro per il suo Paese. E come lui so che la pensano in tutti i Paesi occidentali, ma anche a Mosca e persino a Pechino».

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