120 anni dalla nascita di Gustavo Rol: chi era il sensitivo torinese

Personaggio affascinante e misterioso, Rol rappresenta una delle figure più controverse del Novecento

120 anni dalla nascita di Gustavo Rol: chi era il sensitivo torinese
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È davvero possibile? Questa è la domanda che tante persone si sono poste dopo aver visto o sentito i prodigi di Gustavo Rol. Ancora oggi nessuno sa davvero chi fosse il sensitivo, nato 120 anni fa nella sua Torino. Per qualcuno un prestigiatore, per altri un ipnotista,per altri ancora un ciarlatano. Sicuramente si tratta di una delle più controverse figure del Novecento: entrare in contatto con lui significa iniziare un viaggio all’insegna del dubbio.

La vita di Gustavo Rol

Gustavo Rol nasce a Torino il 20 giugno del 1903, figlio di un importante avvocato piemontese e della figlia del presidente del tribunale di Saluzzo. Una famiglia benestante, con amicizie importanti ma dal profilo molto riservato. Amante della pittura e della musica, inizia a girare l’Europa per studiare ma nel 1925 la sua vita cambia: durante il suo soggiorno in Francia, assiste a una guarigione a Lourdes. Dopo aver pensato a una grande mistificazione, decide di convertirsi e si ritira in un convento.

Nel 1927 si manifestano le prime capacità paranormali ed elabora una teoria metafisica sull’associazione tra suoni, colori e altri elementi. Partecipa alla Seconda guerra mondiale come capitano degli alpini e si contraddistingue per i tanti ebrei salvati durante i rastrellamenti nazisti. Finito il conflitto, torna a Torino e inizia a lavorare – con poco entusiasmo – come bancario. Dopo la morte dell’esigente padre, si dedica all’antiquariato e alla pittura, e dagli anni cinquanta inizia a svolgere incontri con ospiti illustri, durante i quali si registrano "episodi singolari". Lui non darà mai una definizione a questi eventi, ma la sua notorietà cresce anche grazie alla stampa e alle amicizie di spicco. Gustavo Rol muore nel settembre 1994 all’età di 91 anni.

Gli "episodi singolari"

Maestro dell’occulto o sensitivo, Gustavo Rol ha prodotto un’incredibile fenomenologia di tipo paranormale, unica per modalità e qualità. Come già evidenziato, c’è chi lo ha definito magico e chi lo ha additato come illusionista. Nessuna facoltà ma possibilità provenienti dallo spiritosecondo il torinese, fenomeni che si manifestano improvvisamente e non a comando.

Gustavo Rol non ha mai guadagnato nulla da ciò che faceva. “Alla base delle mie facoltà c’è la rinuncia all’orgoglio, al denaro e all’ambizione”, la sua versione. E ha sempre continuato a interrogarsi sulla sua personale condizione e il suo personale destino, studiando la vita dei “grandi iniziati”. Ha modellato la sua esistenza tenendo conto delle sue “possibilità” e della necessità di metterle al servizio del prossimo.

Guai a definirlo medium, veggente o sensitivo. Gustavo Rol ha rifiutato ogni etichetta, ha rilasciato pochissime interviste e ha detto no a ricche ricompense. Aspetti che hanno spesso fatto pensare a una sorta di verità nel paranormale. Dai giochi con le carte agli esperimenti di pittura, passando per la lettura in libri chiusi: dimostrazioni solo tra pochi intimi, magari nel salotto di casa.

Da Federico Fellini a Piero Angela

Gustavo Rol ha stretto amicizia con personaggi di spicco dell’alta società. A partire dallo straordinario legame con Federico Fellini, durato dagli anni Sessanta alla scomparsa del regista. Lettere ricche di affetto e di stima, serate trascorse a parlare di cinema ma anche a riflettere sulle dimostrazioni del torinese. Tra gli artisti vicini a Gustavo Rol è possibile citare il musicista Nino Rota e il regista Franco Zeffirelli.

Tra i profili di alto spessore legati a Gustavo Rol impossibile non ricordare il dirigente Fiat Cesare Romiti, lo scrittore Vittorio Messori e soprattutto Umberto Agnelli. Ecco quanto raccontato dal già citato Romiti: “L’Avvocato era terrorizzato da quando a Venezia aveva sentito Rol raccomandare a un amico comune di non prendere l’aereo per Roma. Quell’aereo cadde, l’amico morì. Io però a casa di Rol trovavo Marcello Mastroianni e Federico Fellini che pendevano dalle sue labbra”.

Il concittadino Piero Angela, invece, ha sempre parlato di Gustavo Rol in termini di illusionismo: “Rol fa parte di un’antica e garbata tradizione torinese, che dispiace perdere.

Avevo persino pensato di stendere un velo di cortese silenzio sulla vicenda. Ma sarebbe stato onesto? Non credo – riporta il Corriere – Il “caso Rol” viene esaltato come una prova vivente del paranormale e allora bisogna pur porre certi interrogativi”.

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