- C'è poco da dire: è guerra in Israele. O meglio: la guerra che va avanti ormai da decenni e di cui ormai a fatica ricordiamo l'inizio ha ripreso a colpire nel suo modo più crudo. Ci sarà modo e tempo per discuterne e una rubrica come questa non è il luogo giusto, se non per poche pillole indispensabili.
- È l'11 settembre di Israele. Non tanto per gli oltre 200 morti, un bollettino che potrebbe anche aggravarsi, ma perché per la prima volta i terroristi di Hamas sono riusciti a mettere in atto azioni via terra, mare ed aria. Tutto. Ai razzi siamo abituati e il sistema Iron Dome funziona alla perfezione. Ma che dei soldati jihadisti vadano casa per casa a rastrellare gli israeliani in 21 villaggi di confine era qualcosa che non era mai accaduto. Ecco perché questa volta, rispetto alle altre, è più grave. E lascerà delle ferite enormi.
- La testimonianza sentita a Quarta Repubblica mette i brividi. Un israeliano al confine ha raccontato di come i miliziani di Hamas siano andati porta per porta a tentare di ucciderli. Drammatico.
- La guerra chiama guerra. Quando lo impareremo sarà troppo tardi, troppo tardi soprattutto per quelle 500 persone da entrambi i lati che sono morte per qualche chilometri di territorio.
- Trovo sconcertante che qualcuno oggi possa dire che "l'aggressore è Israele". Parlo di Vauro, di qualche comunista e credo di qualche ex grillino, cui non vorrei nemmeno dare i cinque minuti di gloria. Le analisi sugli errori di entrambi i Paesi facciamoli quando i 50 ostaggi sono tornati a casa, quando le armi smetteranno di risuonare nel loro più sinistro fragore.
- Questo attacco è anche il "grande flop del Mossad". Come dicono molti dei testimoni oggi, la tranquillità di Israele si è sempre fondata sulla convinzione che tanto ci avrebbe pensato il servizio segreto israeliano a evitare tragedie come questa. Qualcosa, è evidente, non ha funzionato. Domanda: Bibi Netanyahu sopravviverà politicamente a questa disfatta?
- Arriviamo a Iolanda Apostolico. Spunta un altro video dal famoso corteo anti-Salvini e tutto sembra tranne che essere lì solo per calmare gli animi tra agenti e manifestanti. La giudice allunga il braccio verso i poliziotti, sembra urlare anche qualcosa. Insomma: non ne esce bene. E ora credo che siano guai seri per lei. Non tanto per quello che potrà accaderle da un punto di vista professionale, ma perché in questo momento di sono decine di operatori presenti quel giorno che staranno cercando frame e immagini dell'intera manifestazione pro-Diciotti. È facile che escano altri video esclusivi...
- Casca anche il presunto complottone sul video della Apostolico.
Non c'è alcuna centrale di dossieraggio, solo un carabiniere che se l'è trovato per le mani e pare l'abbia passato a qualcuno. Potete riporre le penne nel calamaio: anche stavolta nessuna deriva poliziesca distruggera la nostra democrazia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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