"Autodifesa transfemminista". L'ultima trovata arcobaleno

Tra le iniziative collaterali al Roma Pride è previsto un corso di "autodifesa transfemminista". Ma la dicitura, come spesso accade, è solo uno slogan ideologico

"Autodifesa transfemminista". L'ultima trovata arcobaleno
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La lotta nelle piazze forse non bastava. Il grido "altissimo e feroce" nemmeno. Per stendere il patriarcato e mettere al tappeto il "maschilismo tossico" ora arriva un corso di "autosifesa transfemminista". Lo apprendiamo direttamente dai canali social del Roma Pride, la manifestazione arcobaleno in programma il 15 giugno prossimo e preceduta da una serie di eventi collaterali dedicati al mondo Lgbt. Proprio nell'ambito di queste iniziative, gli organizzatori hanno messo in calendario un workshop per insegnare "tecniche pratiche di autodifesa", per discutere di strategie di sicurezza e "costruire una comunità solidale". Cosa c'entri il trasfemminismo è però un mistero.

A leggere il titolo dell'iniziativa, del resto, si rimane confusi. Non si capisce infatti da chi e da cosa dovrebbero difendersi le transfemministe, che peraltro non si sono mai sotratte dallo scontro con chi non la pensa come loro. In quei casi, erano gli altri a doversi semmai proteggere. E poi: quali sarebbero le tecniche specifiche da adottare nell'ambito della presunta autodifesa transfemminista? Per capirlo, abbiamo provato a contattare una delle esperte che il 12 giugno prossimo terranno il corso a Roma. E sorpresa: abbiamo scoperto che quello sul transfemminismo - come spesso accade - è solo uno slogan.

Durante il workshop, ci ha infatti anticipato l'insegnante di arti marziali, "cercheremo di spiegare cosa si può fare per prevenire la violenza in categorie più indifese attraverso alcuni stratagemmi comportamentali o psicologici. Faremo vedere qualche tecnica. E promuoveremo uno strumento legale, alla portata di tutti, ovvero un dispositivo al peperoncino studiato per lavorare a distanza. Ci sarà anche un'avvocatessa che racconterà cosa dice la legge in materia". E la "autodifesa transfemminista" promossa sui social a caratteri cubitali e con un apposito post?

"Non sapevo di questo titolo. Forse non lo avrei nemmeno consigliato. Transfemminista è una categorizzazione, invece questi percorsi sono rivolti a tutti indistintamente", commenta l'istruttrice, che da anni si occupa di prevenzione e insegna l'argomento nelle scuole, in palestra o nelle aziende, senza fare distinzioni di genere. Come ovvio che sia. Diversamente, chi agita gli slogan del transfemminismo militante non fa altro che alimentare attriti su basi ideologiche, come spesso hanno dimostrato la manifestazioni promotrici di quelle istanze.

Ed è un attimo che poi qualcuno si inventi un nemico astratto, a fronte di una minaccia soltanto auto-percepita o addirittura immaginata.

I temi della prevenzione contro le violenze (quelle vere) sono una cosa seria. Giusto parlarne, ma ridurli a uno slogan è un'operazione di dubbia opportunità.

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