L'insulto choc del rapper alla Meloni scatena la bufera

Durante la sua esibizione al concertone di Foggia il cantante Gennarone ha sfogato tutto il suo odio sessista contro la premier, per poi scusarsi. Fratelli d'Italia: "Un atto di violenza, sindaca, assessori e organizzatori si dissocino"

L'insulto choc del rapper alla Meloni scatena la bufera
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Dopo il 25 aprile, ecco che anche la festa del primo maggio si trasforma in un'occasione per insultare in maniera becera Giorgia Meloni, mettendola a fianco (come sempre) del discorso riguardante il fascismo. E l'offesa è arrivata direttamente sul palco del concerto che si è tenuto ieri a Foggia e, come protagonista, ha visto coinvolto il rapper Gennarone con una frase inequivocabile che non è passato assolutamente inosservata tra il pubblico del Parco San Felice: "L'Italia sta vivendo l'ombra del fascismo grazie a quella bocc...ara di Giorgia Meloni", ha urlato il cantante foggiano.

Le scuse parziali del rapper

La frase di Gennarone si inseriva in un discorso più ampio che introduceva la sua esibizione. Qua l'artista aveva espresso la necessità di versare delle lacrime: "La prima per tutti i popoli in guerra in ogni angolo del mondo, la seconda per i lavoratori, soprattutto per chi perde la vita sui luoghi di lavoro, soprattutto i giovani deceduti durante i percorsi di alternanza scuola-lavoro". Poi la frase incriminata: "La terza lacrima per la nostra Italia che sta vivendo l'ombra del fascismo grazie a quella bocc...ara di Giorgia Meloni e la quarta per la nostra città di Foggia attanagliata da una malavita che la soffoca".

Qualche ora dopo sono arrivare le scuse (a metà) di Gennarone: "Chiedo scusa se ho urtato la sensibilità di qualcuno – ha detto – ma le mie parole erano più che altro rivolte al fascismo. Erano una provocazione artistica". Il cantante comunque non arretra sulla sua critica sul fascismo: "Mi sembra una cosa anormale quella che sta accadendo in Italia soprattutto da parte di una presidente del Consiglio che non si dichiara apertamente antifascista e vara leggi che mettono il bavaglio alla stampa e riducono la libertà sull'aborto. Questo è un periodo storico molto delicato e se non ne parliamo noi artisti, ognuno attraverso la propria forma, chi lo dovrebbe fare".

Criche di FdI sugli insulti alla Meloni

In ogni caso, immediate erano già state le veementi proteste di Fratelli d'Italia in difesa della premier: "Quanto accaduto è sconcertante – hanno scritto i consiglieri regionali Francesco Ventola, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro –. L'ignobile volgarità della frase proferita contro la premier Giorgia Meloni da un personaggio salito sul palco per esibirsi è un vero e proprio atto di violenza contro il quale ci aspettiamo che gli organizzatori, la sindaca e gli assessori comunali presenti all'evento prendano le distanze". Intervista dal giornale locale l'Attacco, la sindaca Episcopo (centrosinistra) ha effettivamente condannato con prontezza quanto accaduto: "Censura assoluta – ha dichiarato –. La mia censura è totale ed è ad ogni latitudine. E vorrei che ci fosse lo stesso trattamento per tutte e per tutti".

I consiglieri di FdI hanno poi aggiunto che gli insulti sessisti "e la solita solfa della evocazione dello spettro del fascismo sono la dimostrazione evidente del clima di tensione che certe frange minoritarie e violente vogliono instillare in un Paese che, è bene ricordare, essere democratico". Gli esponenti locali confermano che il centrodestra "è impegnato a governare l'Italia e lo sta facendo al meglio con continui riconoscimenti alla bontà del lavoro svolto finora a livello nazionale ed internazionale.

Ma, evidentemente, per taluni, il rispetto della volontà degli elettori, la democrazia, il rispetto delle Istituzioni sono praticabili a fasi alterne. Di certo mai quando al governo c'è il centrodestra", concludono.

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