- Vale per Giovanni Toti quanto affermato anche per Antonio Decaro a Bari e per Daniela Santanché: le procure indagano, ma le loro ipotesi non si tramutano automaticamente in condanne. I 74mila euro di finanziamenti che il presidente della Regione Liguria avrebbe ricevuto a fronte di favori vari devono essere dimostrati nella loro effettiva natura corruttiva. Aspettiamo il processo, grazie.
- Avete presente Corrado Augias? Ecco. Il giornalista, scrittore, conduttore, autore tv, neomartire della Rai, fuoriuscito da viale Mazzini in protesta col nuovo corso, ha rilasciato un’intervista alla Stampa per denunciare “questa destra collerica e fanatica che occupa la tv per riscrivere la storia”. Augias è persona intelligente, dunque a leggere cotanto allarmismo ci siamo preoccupati. E siamo subito andati a controllare le programmazioni di questi giorni per trovare conferma dell’occupazione massiccia degli spazi tv da parte della “destra”. Abbiamo trovato in onda, solo per citarne alcuni: Massimo Gramellini, Serena Bortone, Lilli Gruber, Marco Damilano, Giovanni Floris, Corrado Formigli, Zoro e Sigfrido Ranucci. Senza dimenticare gli ospiti dei vari programmi: Maurizio Molinari, Massimo Giannini, Michele Serra, Massimo Giannini, Concita De Gregorio, lo stesso Augias, Gad Lerner, Per Luigi Bersani, Michele Santoro, Romano Prodi, Roberto Saviano, Antonio Padellaro e giornalisti di Repubblica vari ed eventuali. Senza dimenticare, ovviamente, che in questo Paese da “deriva orbaniana” un reietto del calibro di Fabio Fazio può andare in onda liberamente sul Nove -pagato peraltro bene- con al fianco l’intramontabile Luciana Litizzetto. Insomma, qui le opzioni sono due: o l’allarme di Augias è fuorviante e ideologico; oppure “l’occupazione” massiccia della destra sta andando malino. Tertium non datur.
- Sia lode a Michele Emiliano, senza barriera ideologica alcuna. Non c’è nulla di più noioso in politica delle discussioni in aula tra deputati, consiglieri, esponenti che si parlano adesso spesso sbrodolandosi. Dunque è comprensibile che, pur nel mezzo del dibattito sulla fiducia nei suoi confronti, a un certo punto abbia preso in mano il cellulare per farsi una giocata a Tetris.
- Meraviglioso. Da giorni i vari quotidiani come Repubblica e La Stampa rilanciano il video della giornalista Agostini in cui, in occasione dello sciopero del’Usigrai, denuncia il fatto che ormai è costretta a "contrattare le parole da mettere nel pezzo”. E oggi Augias che fa? Rivela che tutto questo è sempre successo, anche ai suoi tempi: “Per un periodo ho fatto il redattore al tg - ha detto - c’era stato un terremoto, scrissi la notizia parlando di vittime, case distrutte, strade impraticabili. Il mio caporedattore democristiano la riscrisse” totalmente. “Gli interventi erano di questo tipo” e addirittura c’era chi si chiudeva nella moviola per decidere quale servizio mandare in onda e quale no. Tradotto: il “controllo” c’è sempre stato, eppure solo adesso urlano al regime. Domanda: non vi viene voglia di guardarvi allo specchio per comprendere quanto apparite ridicoli?
- Questa dovete leggerla. Si parla del caso Scurati e del post della premier in cui Meloni parlava del compenso per il monologo mai andato in onda. Risposta di Augias: “Vede, non ho paura che mi aspettino sotto casa per darmi un sacco di legnate… le botte dei fascisti le ho già prese”. Corrado, ma che stai a dì? Chi vuoi che ti venga a cercare sotto casa? Qui siamo a livelli di vittimismo stile Roberto Saviano. E ce ne vuole…
- Letto l’intero faldone delle accuse a Giovanni Toti, non resta che rivendicare un principio: il governatore non si dimetta, non ceda alle pressioni, non dia nuovamente alla magistratura il potere di decidere chi resta in corsa. I giudici sono liberi di indagare chi vogliono e, se lo ritengono necessario, anche di sottoporli a misure cautelari nel rispetto delle regole. Ma l’indagato resta innocente fino a prova contraria, anche se è un esponente politico. E quindi fino allo svolgimento del processo è pienamente legittimato a mantenere il suo ruolo.
- Impossibile non notare un dettaglio. I presunti reati risalgono a quattro anni fa, l’inchiesta nasce nel 2020 e la richiesta di misure cautelari a dicembre dello scorso anno. Se tra la domanda del pm e la risposta del gip sono passati cinque mesi, e tra il reato e l'arresto qualche anno, come è possibile che sussistano ancora le esigenze cautelari?
- La risposta arriva dal provvedimento del Gip: Toti va arrestato perché altrimenti, alle prossime elezioni, potrebbe reiterare il reato mettendo il suo ruolo a disposizione di imprenditori che chiedono favori in cambio di finanziamenti o voti.
Occhio, perché siamo di fronte a una deriva pericolosa: in Italia si vota praticamente ogni anno e se un pm può mettere ar gabbio un politico sulla base del pericolo che possa dispensare favori in vista delle elezioni, ogni indagine su qualunque esponente politico finirebbe in manette. Col rischio che si ritrovino ai domiciliari preventivi tanti candidati a poche settimane dalle elezioni per poi magari scoprire, a processo celebrato, che erano innocenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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