"Calci nel c...o e spalare il concime". La ricetta di Panatta contro le baby gang

L'ex campione di tennis reclama il ritorno delle punizioni corporali e attacca i giovani bulli: "Forse ci pensano due volte prima di fare queste cose"

L'ex-tennista Adriano Panatta
L'ex-tennista Adriano Panatta
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Come risolvere il problema delle baby gang? Con tre calci nel sedere e lavori forzati. Adriano Panatta non usa mezzi termini per condannare i recenti episodi di profonda maleducazione e violenza avvenute in tante città italiane e perpetrati da baby gang e adolescenti. Durante la presentazione di un corso di autodifesa femminile a Treviso, l'ex grande campione di tennis ha proposto il ritorno delle punizioni corporali come deterrente: "Tre o quattro nerbate sul c...o non farebbero male", ha detto durante una conferenza stampa. Questo perché la situazione sociale in tutto il territorio è diventata "inaccettabile". Ecco quindi una ricetta antica "che però farebbe tanto bene".

Consapevole del fatto che questa sua proposta potrebbe scatenare un intenso dibattito, Panatta ribadisce la propria posizione: "Senza esagerare, ma se qualcuno di questi ragazzi dovesse provare un po' di dolore per qualche giorno, sono sicuro che poi la voglia di fare certe cose gli passerebbe". L'ex tennista campione propone anche di applicare il decreto Caivano, che prevede il servizio civile obbligatorio per i bulli, in modo ancora più rigido: "Bisogna obbligare questi ragazzi a spalare concime per un po', fargli fare lavori umilianti per far capire che stanno sbagliando - sottolinea -. Secondo me gli farebbe molto bene anche per le narici, apre molto. Là si è obbligati. Sono comunque ragazzi di 15 anni, non credo siano delinquenti incalliti. Sono semplici bulli da mettere in riga". Il piano contro le baby gang che scorrazzano nelle città sembra quindi molto chiaro.

Il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha proposto il servizio civile obbligatorio per questi ragazzi. Si può fare lo stesso con lo sport? "Obbligarli diventa difficile, è molto meglio obbligarli a spalare del concime", rincara la dose Panatta, che comunque sottolinea il ruolo fondamentale dell'esercizio sportivo nel trasmettere valori come il rispetto dell'avversario e delle regole. Il vincitore del Roland Garros nel 1976 critica inoltre la mancanza di attenzione da parte di mamma, papà e istituzioni scolastiche: "È un dato di fatto che questi ragazzi, dopo che sono stati a scuola, tornano a casa e i genitori non ci sono perché sono al lavoro - conferma Panatta -.

E spesso quelli presenti sono bulli a loro volta, come capita agli avvenimenti sportivi a cui assisto. Sono questi genitori i primi a insultare gli avversari che sono bambini di 8-10 anni. Non ci dobbiamo meravigliare se i figli crescono in un certo modo", conclude.

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