Che guaio fidarsi di Conte, salvate la statua che allatta e Armani: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il fotovoltaico nei campi, il ladro che si nasconde nel cassonetto e il gran caos nel Campo largo

Che guaio fidarsi di Conte, salvate la statua che allatta e Armani: quindi, oggi...

- Un antico proverbio afferma che “Gli amici si riconoscono nel momento del bisogno”. E sarà anche vero che in politica non esistono legami eterni, semmai momentanei alleati. Se però chi dovrebbe condividere con te la strada verso il successo non perde occasione per accoltellarti alle spalle beh, allora vien da dire che ha ragione chi sostiene che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Soprattutto di chi indossa la pochette ma agisce da capopopolo e tanto ama il potere. Guardate il caso del Pd e del M5S. Dopo la vittoria in Sardegna s’erano tutti convinti, i commentatori ciechi s’intende, che fosse arrivata la svolta per il campo largo. Poi l’Abruzzo ha rimesso al suo posto le tessere del puzzle, la Basilicata ha confermato l’impasse, il Piemonte l’ha certificato, il caso Decaro ha terremotato le fondamenta e l’inchiesta sulla compravendita di voti a Bari ha fatto il resto. La verità è che illudersi serve a poco: l’avvocato del popolo ha da tempo lanciato l’assalto alla leadership del centrosinistra e l’occasione fa l’uomo irriconoscente: troppo ghiotta l’inchiesta barese per non mandare al diavolo le primarie e danneggiare il Pd per incassarne i voti alle Europee. Se uno si guarda indietro vede il film del campo largo riassunto in una scena: Giuseppi che dà schiaffi al “bellicista” Pd e Elly che li incassa più o meno silente, tra accuse di slealtà e nemmeno troppo velate minacce. Fa sorridere, dunque, leggere sui giornali un giorno sì e l’altro pure retroscena sulle tensioni vere o presunte tra i partiti di maggioranza. Non che sia tutto rosa e fiori, sia chiaro. E forse vien difficile credere che il rapporto tra Salvini e Meloni si stia costruendo a suon di tornei a Burraco, come sostiene il leader della Lega. Ma un minimo di rispetto reciproco c’è, così come la condivisione di valori di fondo. Al tavolo del Burraco, invece, Elly e Giuseppi non si siederebbero nemmeno: figuratevi se possono scegliere chi dei due è di mano.

- Fa godere e non poco la lettera di Marina Berlusconi a Massimo Giannini in cui ripercorre, punto per punto, le ossessioni di certi cronisti verso Berlusconi e il suo successo. “L’ex direttore della Stampa cita Einstein: «la memoria è l’intelligenza degli idioti». Mi domando a quale categoria dell’intelletto vada iscritto il pensiero ossessivo… Soprattutto quando quel pensiero ha nutrito e garantito carriere professionali che altrimenti – forse – senza un nemico contro cui scagliarsi quotidianamente e ciecamente, non sarebbero nemmeno esistite”. Chapeau.

- Sul fronte ucraino si dice tutto e il contrario di tutto. Secondo alcuni analisti, la Nato starebbe temendo un crollo delle difese di Kiev e addirittura nei corridoi si parlerebbe di cedere a Putin la Crimea e il Donbass pur di arrivare alla pace, per poi far entrare l’Ucaina nell’Alleanza. Altri, invece, sostengono l’opposto, ovvero che Stoltenberg e soci siano fiduciosi della difesa ucraina e stiano preparando una colletta per spedirgli qualche arma in più. La verità: come sempre sta nel mezzo. Nel senso che bisognerà attendere la contro-contro-offensiva russa e poi capire se e come si saranno messe le cose sul campo. Non è un buon momento per Kiev e questo è certo, ma fare previsioni rischia solo di portare a grosse figure barbine. Come nel caso della tanto decantata controffensiva ucraina.

- I poliziotti bavaresi, in protesta per la mancanza di uniformi, hanno deciso di pattugliare per un giorno in mutande. E noi italiani che pensavamo di avere solo qui i problemi. Invece no: anche in Germania ci sono i sindacati.

- Dopo aver visto Giorgia Meloni fare due scambi a volley con le campionesse italiane ho sognato giocassero a schiacciasette.

- Il genio italiano non ha fine. Ad Arezzo un ladro ha spaccato la vetrina di una gioielleria ed è fuggito col malloppo. Anziché darsela a gambe, come avrebbe fatto chiunque, si è nascosto in un cassonetto della spazzatura. Il bandito deve aver giocato troppo spesso a guardie e ladri. Beccato. Al processo per direttissima può provare con tana libera tutti.

- Mi sono letto tutto il dispositivo del tribunale di Milano contro la Giorgio Armani Operation Spa. Non so se sia vero che l’azienda abbia omesso di controllare come vengono prodotti i suoi capi e se davvero abbia così favorito il caporalato verso lavoratori pagati in nero, sfruttati e clandestini. Quello che emerge, tuttavia, è che i costosi accessori griffati Armani alla fine della fiera venivano prodotti da opifici cinesi. A Milano e Bergamo, certo: ma pur sempre aziendine cinesi poco raccomandabili. Domanda: perché pagare un capo di alta moda “made in Italy” se poi il manufatto somiglia tanto al maglioncino orientale stile fast fashion?

- Per una volta, vale la pena essere d’accordo con Alessio Mammi, assessore regionale all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna: non ha senso coprire al 100% centinaia di migliaia di ettari di terreno fertile per coprirli con pannelli fotovoltaici. Se proprio volete il solare, utilizzate tetti, parcheggi, aree dismesse, bordi stradali. Ma lasciate perdere terreni coltivabili: non di solo pane vive l’uomo, ma nemmeno di celle fotovoltaiche.

- In questo nostro mondo "inclusivo", che brutto termine, accade anche questo: a Milano una commissione dà parere negativo alla collocazione in pubblico di una statua che raffigura una donna che allatta un bambino. Secondo i suddetti commissari, infatti, la statua rappresenta "un valore rispettabile" ma "non universalmente condivisibile", visto che la scultura evocherebbe "sfumature religiose". Ora, spiegatemi innanzitutto quali "sfumature religiose" ci sarebbero in un gesto che compiono tutte le donne nel mondo, a qualsiasi fede appartengano. Secondo: allattare non è "un valore", ma un gesto umano, necessario, naturale. Terzo: l'importanza della maternità non si rispecchia solo in campo religioso, ma a tutte le latitudini: ogni Nazione sa che senza figli non reggono manco le pensioni. Non è che il vostro dubbbo è che possa infastidire transessuali, Lgbtqxyz+ o qualcun* altr*? Fermatevi, o presto sarà considerato offensivo anche dire "mamma". La prima parola che, di solito, i bambini imparano.

- Elly Schlein deve avere una qualche vena autolesionista, s’intende a livello politico ovviamente. Ricapitoliamo: il M5S, che fa parte della giunta Emiliano, sfrutta un arresto in Puglia per far saltare il banco sulle primarie di Bari previste tra tre giorni: fa “ciao ciao” al Pd e gli propone di convergere sul proprio candidato. A quel punto Schlein risponde picche, lo accusa di “slealtà” e lui contro-minaccia di rompere per sempre il campo largo. Sin qui, la cronaca. Stasera Elly che fa? Nonostante in tanti nel Pd le contestino di essere troppo debole con Conte, china la testa, chiede al suo candidato di cercare il dialogo e insiste nel “lavorare per l’unità” nella speranza di “costruire l’alternativa a questa destra”. Così però si fa del male.

Sembra quasi uno di quei rapporti malati in cui lui la picchia (politicamente) e lei insiste nel non voler rompere la relazione. Che errore: a forza di incassare schiaffoni, però, prima o poi non riuscirai più a rialzarti.

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