Ogni giorno nell'Occidente industrializzato e benestante, in Europa, anche nella nostra cara Italia, vengono letteralmente gettate nella spazzatura immense quantità di cibo e generi alimentari. Un vero e proprio schiaffo verso quella, purtroppo larghissima, fetta di umanità che vive, anzi sopravvive, nella più assoluta miseria e per cui riuscire a procacciarsi qualcosa per riempirsi lo stomaco e combattere i morsi della fame diventa una vera e propria sfida quotidiana. Un vero e proprio affronto verso la sostenibilità e verso il pianeta che ci ospita e che ci nutre, che saccheggiamo senza vergogna sprecandone i doni, incuranti delle generazioni a venire.
Per contrastare almeno in parte, in minima parte, questo sgradevole fenomeno, effetto collaterale di una società del benessere in cui troppe volte il consumismo più sfrenato ha preso il sopravvento, è stato presentato nel parlamento italiano un disegno di legge volto a rendere obbligatorie nei ristoranti del territorio nazionale le cosiddette "doggy bag" ovvero contenitori usa e getta ( ovviamente in materiale riciclabile) per permettere al cliente di portarsi via il cibo ordinato e poi avanzato. Un obbligo solo per gli esercenti che son tenuti, a pena di sanzioni pecuniarie, a fornire recipienti e schiscette a richiesta del cliente e ad esporre un logo o un cartello in cui si informa della possibilità, anzi del diritto, di portarsi via i propri avanzi.
Di fatto non è una rivoluzione e neppure una novità perché moltissimi ristoranti italiani già da molto tempo offrono questo servizio a tutti coloro che lo richiedano e la doggybag, un tempo vista con diffidenza (qualcuno si vergognava a portare via il cibo appena toccato, lo si trovava poco chic) ormai è ampiamente sdoganata e diffusa. Molti ristoratori sono già attrezzati con contenitori da asporto e volentieri li mettono a disposizione anche senza esserne obbligati.
Sicuramente lo scopo e gli intenti del disegno normativo sono buoni ed encomiabili ma più che rendere obbligatorie le doggy bag e minacciare sanzioni per chi non si adegua sarebbe auspicabile educare i consumatori (liberi da ogni obbligo e ci mancherebbe) ad evitare di sprecare inutilmente il cibo anche tramite l'informazione. Sarebbe piuttosto opportuna una campagna di sensibilizzazione per ricordare a chi spreca risotti, pastasciutte, pane e altro ben di dio che buttare cibo commestibile nell'umido lede la nostra dignità di esseri umani.
Dobbiamo essere grati per tutto ciò che abbiamo sulle nostre tavole e insegnare ai nostri figli e a noi stessi che non sprecare il cibo ma anzi condividerlo con chi non non può permetterselo non può che renderci migliori.
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