Cantanti, parlamentari, ma anche storiche testate giornalistiche. Nelle ultimissime ore, quasi in simultanea, in tanti si sono esposti per annunciare "coram populo" che da lì a breve avrebbero abbandonato definitivamente la piattaforma social X, in polemica (anche, ma non solo) con il suo proprietario Elon Musk, autore in questi giorno di almeno due tweet polemici e divisivi contro i magistrati che hanno sospeso la convalida del trattenimento di sette migranti provenienti dall'Egitto e dal Bangladesh nel centro di Gjader (Albania) nonché fresco capo del dipartimento per l'Efficienza governativa nella prossima amministrazione di Donald Trump da gennaio 2025.
A cominciare a far "rumore" sotto questo aspetto è stato Piero Pelù con un messaggio con cui motivava il proprio addio all'ex Twitter: "Dopo avere già ridotto a semplice vetrina la mia pagina Facebook, ora chiudo X per un aperto dissenso verso chi la gestisce - scrive il rocker fiorentino cofondatore dei Litfiba -. Ai miei 450.000 amici dico, vediamoci su Instagram e ai miei concerti, nei bar, nelle strade, nelle librerie dove la vita vera e tangibile ancora esiste. A presto, ovunque!". A seguirlo a ruota è stata un'altra famosa band musicale, Elio e le Storie Tese: "Abbiamo deciso di chiudere il nostro profilo su X, ormai sempre più simile a una cloaca - scrivono -. Riteniamo Elon Musk un pericolo per la democrazia e la libertà e non abbiamo intenzione di continuare a far parte di una piattaforma di cui è proprietario e che utilizza spudoratamente per la sua orribile propaganda. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno seguito negli anni: ce ne andiamo e vi invitiamo a fare lo stesso".
Tuttavia, nella carica degli anti-Musk viscerali, entrano di diritto anche soggetti che sono storicamente molto più addentro nel dibattito politico e geopolitico. Clamorosa (anche se non troppo) la medesima presa di posizione assunta dal Guardian, prestigioso quotidiano britannico appartenente tradizionalmente al mondo della sinistra che ha precisato di ritenere ormai i vantaggi di una permanenza nella piattaforma inferiori rispetto agli aspetti negativi. "È qualcosa su cui stavamo riflettendo da un po' di tempo, dati i contenuti spesso inquietanti promossi o trovati sulla piattaforma, tra cui teorie cospirative di estrema destra e razzismo", si legge in una nota indirizzata ai lettori. Tra l'altro, il giornale inglese ha voluto porre una precisazione nei riguardi proprio di Musk: "La campagna elettorale negli Stati Uniti è servita solo a sottolineare ciò che riteniamo da tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la propria influenza per plasmare il discorso politico". Qua la risposta del magnate non si è fatta attendere: "Sono una macchina di propaganda laboriosamente vile - ha scritto -. Siete irrilevanti".
Why the Guardian is no longer posting on X https://t.co/j4fRgzSYde
— The Guardian (@guardian) November 13, 2024
A proposito di giornalismo - ma ritornando invece a casa nostra - a mettere in atto la plateale mossa di lasciare il social network nato nel 2006 è stato Sandro Ruotolo, già braccio destro di Michele Santoro ai tempi dei suoi talk show sulla Rai e attuale parlamentare europeo del Partito Democratico. Il suo ultimo post è a dir poco "struggente": "Questo che leggerete è il mio ultimo tweet. Ho deciso di lasciare X e faccio a malincuore. Mi dispiace innanzitutto per gli oltre 70 mila che mi seguivano ma le ultime prese di posizione del signor Musk contro i magistrati italiani, il suo rapporto stretto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo ruolo politico nell'amministrazione Trump, mi impediscono di continuare ad essere presente su X - dice l'eurodeputato dem -.
Il silenzio della presidente Meloni a difesa dei magistrati presi di mira dal signor Musk è insopportabile. P.S. Navigate sugli altri social e mi troverete". Sempre ammesso che a qualcuno, effettivamente, possa interessare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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