Ha da poco compiuto 70 anni, seventy tondi tondi. Ma a fare il tranquillo pensionato Tony Blair non ci vuole proprio pensare. Tra volte primo ministro del Regno Unito, l'ex leader laburista non si è mai fermato nemmeno al termine dell'impegno politico a Downing Street. Anzi, uscito dal concitato agone politico di casa propria, l'ex fedele alleato di George W. Bush si è lanciato a capofitto nelle redditizie attività di conferenziere, autore di libri, consulente e creatore di realtà no-profit. Tutti impegni che l'ex primo ministro aveva avviato in tempi non sospetti e che, dopo il 2017, sono confluiti sotto il grande ombrello del Tony Blair Institute for Global Change, organizzazione che "aiuta i leader politici a costruire società inclusive e prospere, in un mondo sempre più interconnesso".
Tony Blair Institute, cos'è
Messi così, gli obiettivi della realtà no-profit creata dall'ex leader laburista sembrano un po' generici. Eppure, il giro d'affari e gli effetti dell'attività sono concretissimi. Il Tony Blair Institute (Tbi) ha 800 dipendenti e sedi sparse in tutto i mondo: oltre al quartier generale di Londra, ha uffici a New York, San Francisco, Abu Dhabi, Singapore, Accra. L'istituto - ricorda il sito UnHerd - produce policy papers, analisi strategiche, commenti sull'attualità che vanno dalla geopolitica all'innovazione tech. Ed è impegnato con progetti concreti proprio su quei fronti. L'organizzazione tiene l'ex leader laburista piuttosto impegnato: Blair trascorre infatti la maggior parte del proprio tempo in viaggio, tra politica e affari, con l'obiettivo di tessere rapporti e mantenere viva la fitta rete di contatti coltivata nella sua lunga permanenza alla guida del Regno Unito.
Donazioni milionarie e fatturati d'oro
I buoni consigli dell'ex primo ministro e dei suoi analisti fruttano decisamente bene: nel 2021 il fatturato del Tony Blair Istitute sono stati di 81 milioni di dollari, circa 74 milioni di euro. Cifre ottenute in gran parte attraverso le consulenze fornite a governi stranieri (per quelli africani, tuttavia, l'istituto lavora gratis). E poi ci sono le altrettanto sostanziose donazioni. Tra i principali sostenitori di Blair c'è il magnate della tecnologia statunitense nonché fondatore di Oracle, Larry Ellison, il quale - secondo quando riportato dal Times - ha donato al Tbi 33 milioni di dollari nel 2021, con piani per future donazioni di altri 49 milioni di dollari. Il denaro è destinato a una partnership congiunta per aiutare i paesi africani a creare un database centrale di dati sulle vaccinazioni, per monitorare e combattere una serie di malattie tra cui la febbre gialla, la poliomielite e il morbillo.
Le consulenze, il "networking" e la passione politica
Così il 70enne Blair ha creato una vera e propria macchina. Ben più di un think tank. L'organizzazione dell'ex inquilino di Downing Street ha un team che si occupa di gestire l'aspetto mediatico, un team politico con l'obiettivo "plasmare" il dibattito pubblico e orientarlo ai temi d'interesse e un altro team che gestisce le priorità e i progetti dell'istituto in tutto il mondo. Tony mantiene i rapporti ai livelli più altri, trova finanziatori, fa networking. Detta la linea. E, in fondo, l'ex primo ministro la passione politica non l'ha mai abbandonata.
Di recente, ad esempio, ha invitato il candidato laburista alla guida del Regno Unito, Keir Starmer, a uno dei suoi convegni e gli ha offerto il proprio endorsement. "Erediterai una situazione bruttissima...", gli ha detto. Se servono consigli, sai a chi chiedere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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