Cosa ci dicono i sondaggi, la legge trans e Formigli: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la giornata della donna, i sondaggi del centrodestra e gli insulti a Rocco Casalino

Cosa ci dicono i sondaggi, la legge trans e Formigli: quindi, oggi...
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- Nella giornata della donna, 8 marzo, vi racconto una storia sui paradossi del transfemminismo molto woke e poco logico. Diversi militari maschio in Spagna pare stiano sfruttando la “legge trans” per dichiararsi donne mantenendo il loro nome maschile, il loro matrimonio, i figli e le loro sembianze, ottenendo però diversi benefici: vantaggi pensionistici, avanzamenti di grado, posti di lavoro riservati alle signore, bagni e stanze separate. Roberto ad esempio è un caporale che oggi si identifica “esternamente” come eterosessuale ma internamente come donna lesbica. Non ha cambiato nome, non ha fatto terapie o operazioni. Continua ad avere la barba, come un uomo, ma la sua pensione aumenterà del 15%. Aveva ragione Jk Rowling ad affermare che la deriva gender che annulla i sessi avrebbe portato ad un solo effetto: ridurre, anziché aumentare, i diritti delle donne.

- Corrado Formigli e Michele Serra ridacchiano degli insulti di un ambulante a Rocco Casalino, definito poco educatamente “froc**”. I sorrisini dei due giornalisti progressisti non sono sfuggiti al partito gay e allo stesso Casalino, che s’è offeso più per questo che per le sparate dell’ambulante. La lite tutta interna al mondo sinistro-arcobaleno fa spisciare, perché mostra il doppiopesismo di una certa cultura che si indigna per le battute su gay, migranti, donne e minoranze, tranne quando un loro “avversario” non rientra tra queste categorie. Vale per le donne di destra, mai difese, vedi Meloni; e adesso anche per il grillino omosessuale. Ora guardiamoli scannarsi mentre sorseggiamo popcorn. Goduria.

- La Supermedia Youtrend dice che il centrodestra perde terreno e, dopo la sconfitta in Sardegna, la cosa non sorprende. Il punto centrale, tuttavia, è che rispetto a settembre del 2022 non ci siamo mossi di un millimetro. O meglio: nei primi mesi di governo Meloni, il consenso per il centrodestra era cresciuto e adesso è tornato a calare, ma siamo punto e daccapo. La sinistra non si schioda dal 26-27%, il M5S dal 15-16% mentre il centrodestra sta al 44,2%, comunque 0,4 punti percentuali più delle ultime elezioni politiche. Ad oggi, per vincere, Elly Schlein ha bisogno del campo larghissimo. Potrebbe prevalere, certo, ma solo tenendo insieme Conte e Calenda. Domanda: anche trovasse un accordo elettorale, come governa con Carletto e Giuseppi nella stessa compagine?

- Più che altro, fossi nel centrodestra mi preoccuperei delle intenzioni di voto del Carroccio. O torna a crescere o qualche problemino potrebbe sorgere...

- La tragedia della guerra: secondo Al Jazeera, due morti a Gaza sarebbero stati provocati da un atterraggio errato degli aiuti alimentari paracadutati sulla Striscia. Certo che la vita sa essere proprio infame: non muori per le bombe e ti cascano addosso le casse di cibo. Atroce.

- Caro David Parenzo, benvenuto nel club di quelli odiati dai collettivi rossi. Il giornalista era stato invitato alla Sapienza a parlare di diritti delle donne (o qualcosa del genere) e i collettivi gli hanno impedito di parlare, accusandolo di essere razzista (razzista!), fascista (fascista!) e ovviamente sionista. Parenzo non dovrebbe sorprendersi, perché alla Sapienza e nella stragrande maggioranza delle Università funziona così: hanno “diritto di parola” o “legittimità politica” (dicono così, loro) solo gli amichetti dei centri sociali, gli altri vengono zittiti. Però ai progressisti che difendevano gli studenti in piazza manganellati dai poliziotti, vorrei dire: sappiate che stiamo parlando della stessa identica melassa di prevaricatori. Pretendono il silenzio di Parenzo proprio come pretendono di sfondare un cordone di polizia.

- Le donne in piazza per la festa della donna insultano una donna, Giorgia Meloni.

Mi pare che il loro ragionamento non faccia una piega (sono ironico). Il problema in questo Paese non è il patriarcato, ma l’incoerenza ideologica della sinistra più movimentista. A cui media e partiti lisciano il pelo.

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