Il Pd va in piazza coi "rivoltosi", lo scandalo di Corvetto e Fedez: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la lite sul Canone Rai, il convegno sull'aborto e Landini

Il Pd va in piazza coi "rivoltosi", lo scandalo di Corvetto e Fedez: quindi, oggi...

- Certo che mostrarsi divisi sulla riduzione o non riduzione del Canone Rai è veramente sciocco. È vero che la manovra finanziaria è sempre una partita di ripicche e contro-ripicche, ma una maggioranza sana dovrebbe essere in grado di risolvere i dissidi interni senza mostrare il fianco a chi oggi può tranquillamente dire “sono divisi su tutto”. Pessima figura.

- "La manovra va migliorata soprattutto su alcuni versanti, ma non è una manovra per cui organizzare uno sciopero generale". Così Luigi Sbarra, segretario nazionale Cisl. Landini prenda nota: una cosa è fare il legittimo compito del sindacalista, un’altra e agire per meri scopi politici. Così non fa il bene dei lavoratori.

- Alla Statale femministe e centri sociali impediscono lo svolgimento di un convegno dal titolo "Accogliere la vita" organizzato da Obiettivo studenti, organizzazione legata a Comunione e Liberazione. Bestemmie. Insulti. I relatori costretti ad andarsene. Sogno che un giorno un professorone di quelli che coccola certi studenti spieghi loro che in democrazia ha diritto di cittadinanza anche chi ritiene che l'aborto sia un omicidio. Non sono loro a scegliere come devono pensarla i cittadini italiani.

- La consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, ex assessore alla Sicurezza di Milano, ha incontrato gli amici di Ramy Elgaml a Corvetto. Loro assicurano di non essere gli autori delle rivolte di questi giorni, e noi gli crediamo. Ma è sconcertante che un esponente del Pd decida di essere “in prima fila” nella prossima manifestazione (pacifica o meno) che si farà “per chiedere verità per Ramy”. Le indagini sono in corso. Ramy era su uno scooter e stava scappando dalla polizia, che intimava loro di fermarsi. Era senza casco. E lo scooter viaggiava contromano. Prima di schierarsi dalla parte di chi chiede chissà quale “verità” per il giovane, sarebbe il caso di mettere una mano sulla spalla a quel povero carabiniere che adesso si trova indagato e magari rischia pure una qualche condanna. L’unica “verità” è che se Ramy e l’amico si fossero fermati all’alt dei carabinieri, oggi uno sarebbe vivo e l’altro non sarebbe in ospedale.

- Mai così tanti pochi voti per la Commissione di Ursula von der Leyen? La cosa non deve sorprenderci. E il motivo sta tutto nella scelta della stessa presidente: l’Europa, nonostante l’ammasso di voti andato alle forze anti sistema, che contestavano le politiche Ue degli ultimi cinque anni, ha deciso di ri-affidarsi alla stessa leadership come se tutto fosse andato per il meglio. Certo scelte poi, in un modo o nell’altro, le paghi.

- In India alcuni automobilisti hanno seguito il navigatore e non si sono accorti che erano finiti su un ponte incompiuto. Arrivati alla “fine” del ponte, sono caduti giù. La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.

- Fa bene Massimo Giletti a parlare di una notizia, se ha in mano una storia. Però lasciatemi dire che parlare di un “generico” calciatore “top” e di un video che però non viene mostrato, favorendo così la caccia al nome, non è una gran cosa. Se violenza contro una donna c’è stata, e ci sono le prove, allora è compito dei cronisti cercare riscontri e pubblicare tutto: nome, cognome, situazione. Non so se dare il là ad una ridda di sospetti falsi o presunti faccia un gran favore alla verità. Il rischio è che alla fine ci finiscano di mezzo anche calciatori di Inter e Milan che magari non c’entrano nulla.

- Ricordo le innumerevoli polemiche per l’intervista andata in onda sui canali Mediaset al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che Borghi (Pd) definì addirittura “un pericolo per la nostra sicurezza” accusando i media di essersi prestati alla propaganda del Cremlino. Ricordo le polemiche per l’intervista di Riina Jr. a Porta a Porta, con il Pd che chiese di licenziare Bruno Vespa per aver osato far parlare il figlio del capo dei capi. Mi domando allora perché lo stesso polverone non si alzi oggi che Fabio Tonacci, su Repubblica, intervista uno dei capi di Hamas, quindi un terrorista, leader di una banda di jihadisti, il quale sostiene candidamente che “il 7 ottobre è stato necessario”, una "operazione chirurgica che produce sanguinamenti ma serve”.

- Tre i punti interessanti dell’intervista al leader di Hamas. Primo: ammette che i palestinesi si aspettavano un maggior sostegno da parte dei Paesi arabi, magari anche una guerra regionale contro Israele. Secondo: sono pronti a farsi da parte se questo dovesse servire a ricostruire Gaza, arrivando addirittura a proporre un governo tecnico unitario senza componenti politiche. Per finire la guerra, hanno più fiducia in Trump che nel predecessore perché “fare peggio di Biden non può fare nessuno”. Vedremo.

- Sul processo a Filippo Turetta, faccio un appello al legale che pure sta cercando legittimamente di ridurgli il più possibile la pena e che bene ha fatto ad accettare, con coraggio, questo caso: non osi però mai più chiamarlo “ragazzino”, come se l'omicidio fosse l’opera di un bimbo poco cresciuto. All’epoca, il killer aveva 22 anni. Poteva guidare, votare, sposarsi, fare un figlio.

Era un uomo, non un ragazzino.

- Su una cosa Fedez ha ragione: meglio Vannacci della Schlein. “Elly non attecchisce, chi la voterebbe? Comunicativamente Vannacci è dieci spanne sopra, se la mangia”. Incontestabile.

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