"Era un ebreo sefardita". Lo studio che riscrive la storia di Cristoforo Colombo

Messe in dubbio da un documentario spagnolo basato su uno studio del medico forense José Antonio Llorente dell'università di Granada, l'origine italiana di Cristoforo Colombo. Ecco dove sarebbe nato, secondo lui, il navigatore

"Era un ebreo sefardita". Lo studio che riscrive la storia di Cristoforo Colombo

Per fortuna nonostante sia in Francia, noi italiani sappiamo bene che la Gioconda è una meravigliosa opera creativa di un italiano, così come molti altri "gioielli" sparsi tutto il mondo frutto dell'ingegno e del genio di nostri concittadini. Ora però gli spagnoli stanno mettendo in dubbio le vere origini di uno dei più famosi italiani della storia, Cristoforo Colombo, sostenendo che le sue origini genovesi siano un falso storico.

Le sue origini secondo gli spagnoli

A dire il vero, le origini di Colombo sono state spesso al centro di contenziosi che hanno coinvolto diversi paesi. Molti storici hanno messo in discussione il fatto che sia italiano e nel corso degli anni le teorie sono aumentate; Colombo è diventato una volta un ebreo spagnolo, un'altra volta un greco poi un basco e addirittura un portoghese.

Ora spunta fuori un nuovo studio basato sul dna del navigatore, diventato un documentario andato in onda sabato 12 ottobre - nell'anniversario della scoperta dell'America - su La1, canale della televisione pubblica spagnola RTVE. Il documentario Colón ADN, su verdadero origen (Colombo Dna: la sua vera origine) ha indagato proprio sulla discendenza del navigatore ed esploratore Cristóbal Colón, per gli spagnoli, Cristoforo Colombo per gli italiani, e parte da un'analisi eseguita sul dna dei suoi resti raccontando, proprio come fosse un appassionante giallo, cosa ha portato a questa novità.

Il lavoro

Lo studio è stato compiuto dal professore dell'università di Granada José Antonio Llorente, che da anni porta avanti "indagini" sulle origine del "nostro" -fino a prova contraria- esploratore. Lo studioso fa parte di una lunga serie di scienziati e studiosi che da sempre contestano la versione storica dei fatti e le origini dello scopritore dell'America.

È dal 2001 che Llorente porta avanti il lavoro per scoprire quella che per lui è la verità storica. Dopo qualche risultato non troppo confortante abbandonò gli studi nel 2005- perché la tecnologia dell'epoca non permetteva di avere risultati certi sul dna del navigatore - per poi riprenderli nel 2020 supportato questa volta da analisi più specifiche e pubblicando i risultati che all'epoca vennero ripresi anche da molti media internazionali.

La ricerca

Ora dopo un lungo lavoro certosino, questi sono diventati un documentario che come prima cosa conferma che le ossa conservate nella tomba della cattedrale di Siviglia, appartengono effettivamente a Colombo. La certezza di questo è fondamentale, perché l'esploratore morì nella città spagnola di Valladolid ma volle essere sepolto sull’isola di Hispaniola, nelle Antille. Le sue spoglie poi vennero spostate prima a Cuba nel 1795 e poi in Spagna nel 1898, e per questo si temeva che tutti questi cambiamenti potessero aver fatto perdere i resti realmente appartenuti a lui e quindi inficiare i risultati.

"Oggi è stato possibile verificare tutto con nuove tecnologie. Le reliquie di Siviglia appartengono a Cristoforo Colombo, è stato confermato definitivamente -ha spiegato lo studioso aggiungendo che - il 'verdetto' sulla nazionalità, seppur complicato dalla quantità di dati da valutare, "è quasi assolutamente affidabile".

Proprio come un vero true crime, questo risultato, insieme alle otto possibili nazioni "finaliste" sono state annunciate qualche giorno prima dell'uscita del documentare per creare una sorta di hype e spingere i telespettatori a conoscere "il vincitore" durante la messa in onda. L'escamotage ha funzionato tanto che quello trasmesso sabato è stato uno dei programmi più visti della rete, con oltre due milioni di telespettatori.

Le "finaliste"

Tra le nazionalità finaliste era inclusa (per fortuna) anche la nostra oltre a Portogallo, Inghilterra e, in Spagna, Galizia, Castiglia, Catalogna, Valencia e Paesi Baschi-Navarra. Per ottenere un risultato, per lui certo, lo studioso ha eseguito parecchi testi sul dna, anche su persone del nostro Paese con il cognome Colombo.

I risultati

Le sue conclusioni si basano sul dna mitocondriale, che contiene informazioni sull’ascendenza da parte di madre, e sul cromosoma Y del figlio di Colombo, Fernando (Hernando Colón), che Llorente dice compatibili, con un’origine ebraica di Colombo che sarebbe nato in un paese nel Mediterraneo occidentale. La ricerca ipotizza che fosse un ebreo dei Sefarditi, cioè della penisola iberica, perché all’epoca lì vivevano 200mila ebrei, mentre in Italia ce n’erano solo tra i 10 e i 15mila. Un’altra argomentazione portata è che Colombo si espresse sempre in spagnolo nelle sue lettere, senza mai usare parole dell’italiano del tempo.

La storia di Colombo

La teoria alternativa che Cristoforo Colombo sia un ebreo spagnolo non è però nuova in assoluto. È per esempio il tema di un articolo pubblicato nel 1913 sulla rivista The American Historical Review, anche se c'è chi sostiene come Francesc Albardaner, ex presidente del Centro de Estudios Colombinos di Barcellona, che il navigatore, possa aver nascosto la sua religione, o più probabilmente che si sia convertito, per non essere perseguitato, essendo ai servizio dei cosiddetti “re cattolici”, chiamati così proprio per la loro fede, Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona.

C'è chi "dice no"

Dopo la messa in onda i pareri sono stati discordanti. Secondo molti specialisti mancherebbero prove scientifiche forti.

Llorente, scrive El Pais citandone alcuni, non ha pubblicato nessuno studio accreditato a sostegno della sua tesi. "La mia conclusione è che il documentario non mostra in alcun momento il Dna di Colombo", afferma Antonio Alonso, ex direttore dell'Istituto nazionale di tossicologia e scienze forensi.

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