Il cuore dell'amore è la gratitudine

Non avevo idea che esistesse la giornata mondiale del matrimonio. Mi auguro che sia stata instaurata anche quella della separazione e del divorzio, dal momento che la tendenza a lasciarsi è prevalente

Il cuore dell'amore è la gratitudine
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Gentile Direttore Feltri,
domenica scorsa è stata la giornata mondiale del matrimonio, considerato che San Valentino è alle porte, perché non spiega a noi lettori i segreti per un'unione duratura e felice? So che è sposato da ben oltre cinquant'anni e pure questo fa di lei un uomo dei record. E sia sincero: è sua moglie a sopportare lei o è lei a sopportare sua moglie? Io sono separato da circa un decennio, dopo sette anni di vita coniugale, e confesso che il divorzio mi ha dato più gioia delle nozze. Frequento una signora ma l'argomento sodalizio è stato del tutto escluso dal principio, per preservare la salute psicofisica di entrambi e anche il sentimento, che sono convinto appassisca dopo essersi presentati all'altare. Ho riacquistato la mia libertà e col cavolo che la perdo.
Lorenzo Bianco

Caro Lorenzo,
non avevo idea che esistesse la giornata mondiale del matrimonio. Mi auguro che sia stata instaurata anche quella della separazione e del divorzio, dal momento che la tendenza a lasciarsi è prevalente. Stando agli ultimi dati Istat, nel 2022 le separazioni sono state quasi 90mila, i divorzi quasi 83mila. I matrimoni celebrati nello stesso anno sono stati circa 189mila e nel 2023 sono diminuiti non di poco. Ci si sposa sempre meno da circa quarant'anni, per una serie di ragioni. La più rilevante, a mio avviso, è questa: il matrimonio non è più il principale scopo esistenziale di maschi e soprattutto di femmine. Queste si sono emancipate e hanno imparato a mettere al primo posto la propria realizzazione personale e professionale. Essere single dopo i 25 e i 30 anni o i 40 non è più un tabù né una vergogna. Ci siamo evoluti a livello culturale e non siamo più predisposti a sposarci senza amore o a tenere in piedi unioni dove l'amore sia assente. Ecco perché ci si marita meno ed ecco perché ci si separa di più rispetto a ieri. Finché ci si sposava per interesse o convenienza o convenzione sociale si era più portati a restare insieme. In fondo, il matrimonio non è altro che un accordo, un contratto tra due parti, una comunione di intenti e di obiettivi, e i sentimenti talvolta possono rappresentare un deterrente e non un collante.

Per quanto mi riguarda, ritengo di non essere stato un marito perfetto e di avere fatto tribolare molto mia moglie, Enoe. È lei a sopportarmi e a supportarmi. Ma sono pure io a sopportare e supportare lei. Certo è che sia io che lei saremmo persi senza l'altro. Siamo tutti esseri umani, con i nostri cattivi umori, i nostri errori, vizi, difetti. Ne consegue che certi giorni sono più difficili di altri, in alcuni poi ci si manderebbe volentieri al diavolo, eppure si rimane insieme per anni e poi decenni e ci si accorge che quella donna o quell'uomo è diventata o diventato casa, compagno di vita. Ignoro quale sia il segreto di un lungo matrimonio che sia pure felice. Però, se dovessi azzardare una risposta, direi allora che esso consiste nel rispetto dell'altro, del suo spazio, dei suoi sentimenti, dei suoi bisogni. Mia moglie non mi è stata mai addosso ma è stata sempre presente. Io stesso non l'ho mai soffocata, controllata, non ne ho mai voluto disporre, l'ho lasciata sempre libera.

Mi sono procurato di renderla serena mettendole ogni mio avere nelle mani affinché lei sapesse che non me ne sarei mai andato, che non me ne andrei mai. Una maniera di rassicurarla. E se una donna si sente rassicurata, allora tira fuori il meglio di se stessa.

Il sentimento più forte che nutro nei confronti di Enoe non è la passione, che sfiorisce quasi subito in qualsiasi relazione, bensì la gratitudine, che non sfiorisce mai. Le sono grato poiché ha creduto insieme a me nel mio sogno, mi ha incoraggiato a perseguire l'obiettivo di divenire giornalista, mollando un impiego stabile, ha accolto me e le mie due gemelline e mi ha garantito quella tranquillità senza la quale non avrei potuto realizzare tutto quello che ho realizzato.

Penso che oggi molti giovani e anche meno giovani applichino ai rapporti, inclusi quelli d'amore, un'ottica consumistica: l'altro è qualcosa da vivere subito, qui ed ora, da usare, da consumare repentinamente, per poi passare ad altro, anzi al prossimo o alla prossima. Non ci si sofferma.

Tutto finisce nel giro di qualche amplesso. L'amore, invece, si costruisce. L'amore richiede pazienza, costanza, ascolto, fatica, dolore, investimento, qualcosa che non ha molte chance di successo nel mondo «fast & furious» in cui viviamo.

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