Diffidando di ogni iniziativa individuale (blocco del traffico, riduzione delle docce settimanali, adorazione del tappo di plastica) con cui si tenta di arginare una catastrofe ambientale globale, è con vivo disinteresse che ieri abbiamo letto di una nuova tendenza socio-ecologica lanciata da una influencer danese, Sofie Andersen.
Come nelle fiabe, la ragazza - stesso fenotipo di Carola Rackete, Greta Thunberg e Ilaria Salis, coscienza pulita e piedi sporchi - ha trovato una soluzione contro gli sprechi e l'inquinamento del pianeta nel cosiddetto dumpster diving, parola che non vediamo l'ora di dimenticare. E cioè
il rovistare nei cassonetti della spazzatura per recuperare i prodotti alimentari scaduti. «Faccio la spesa nei cassonetti - ha detto - così per il cibo in un anno ho pagato solo 99 dollari». Come barattare la dignità con una scatoletta di tonno. «Non gravo sull'ambiente e con i soldi risparmiati ha aggiunto - mi regalo tutti i viaggi che voglio». Che farà, immaginiamo, volando con uno di quei begli aerei delle compagnie low cost che producono 285 grammi di CO2 a passeggero per ogni chilometro percorso.
Però è curioso. È da quando eravamo ragazzi, e in Italia si bocciava il nucleare con un referendum, che gli ambientalisti
ci vendono il futuro come qualcosa di bello, pulito e profumato.
Per poi scoprire che l'avanguardia del green è rovistare come topi nella monnezza puzzolente.Stiamo rivalutando il nostro vecchio sogno di vivere in una metropoli con parcheggi a perdita d'occhio e le aiuole asfaltate. E senza neppure la differenziata.
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