Esselunga orari più corti

Da ieri i supermercati della catena anticipano la chiusura di un’ora. I dipendenti: "Turni meno pesanti e più sicurezza"

Esselunga orari più corti
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La spesa si può fare lo stesso dopo il lavoro, per chi esce dall’ufficio alle 18 non cambia granché. Forse arricceranno il naso solo i ritardatari cronici, quelli che arrivano trafelati all’ultimo minuto per aver dimenticato gli ingredienti per una cena in tarda serata.

Ma la decisione di abbassare la saracinesca alle 21 e non più alle 22 in tutti i supermercati di Esselunga (famiglia Caprotti) operativa già da ieri sera, presenta moltissimi vantaggi in fatto di qualità della vita dei dipendenti e della loro sicurezza. E sono soprattutto le dipendenti a tirare un sospiro di sollievo. Arrivare a casa e vedere i figli ancora svegli e dargli la buonanotte garantisce una sensazione di benessere e allontana i sensi di colpa di una donna che torna dal lavoro quando la luce della cameretta è già spenta

E poi c’è il fattore paura. Lo confessa una cassiera dello store di via Novara, alla periferia di Milano che sfodera un sorriso quando chiediamo se è contenta della decisione. «Non sono autorizzata a parlare ma posso dire solo che un’ora in meno mi fa tirare un sospiro di sollievo. Trovo più autobus in circolazione quando esco, c’è più gente e ho meno timore a camminare da sola per strada».

Non dice altro ma dalle sue parole traspare il sentimento che attanagli ormai troppi milanesi. La sera, soprattutto in questa stagione in cui la luce sparisce a fine pomeriggio, c’è insicurezza, la gente si chiude nelle case soprattutto se le zone sono periferiche. E gli store di ogni supermercato sono spesso dislocati fuori dal centro, per evidenti problemi logistici.

L’azienda però non far riferimento alla sicurezza, piuttosto parla di «scelta organizzativa e per andare incontro alle esigenze dei dipendenti: turni omogenei in tutte le sedi e un’ora di anticipo per tornare a casa di sera».

Solo i sindacati, che concordano sulla scelta della proprietà, parlano anche di «questione di sicurezza legata a episodi di furti in alcuni dei punti vendita» ma, aggiunge Alessio Di Labio, della segreteria nazionale Filcams «anche serve per dare un beneficio ai lavoratori in termini di durata dei turni».

Dunque, tutti d’accordo. Già ieri sera sono tornati a casa prima i dipendenti di tutti i punti vendita di Milano e delle altre regioni in cui è presente la catena di Caprotti (Toscana, Emilia- Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio). Unica eccezione resta il market aperto a Merlata Bloom che continuerà a mantenere l’orario solito, dalle 7,30 alle 22 per uniformarsi agli altri negozi presenti nel centro commerciale.

Ma chiudere prima il mega super non è una scelta isolata di Esselunga. Altri grandi marchi hanno imboccato questo percorso anche perché a tarda serata il numero dei clienti è scarso ovunque. E il profitto si allinea con la qualità della vita di chi lavora e anche dei clienti che tutto sommato non si precipitano in questi store per fare la spesa grossa in tarda serata.

Si preferisce piuttosto la domenica, con più tempo libero a disposizione per fare le scorte della settimana.

E la qualità dei prodotti premia la catena, una delle più famose d’Italia. Solo in Lombardia si contano oltre 100 negozi in 10 province.

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