Quello di chiedere ai nostri genitori un fratello o una sorella è un errore che noi non abbiamo mai fatto. Spesso da piccoli li si mette alla prova per vedere se davvero sarebbero capaci di un tale «torto»: è un rischio che abbiamo evitato con cura. E per tanto tempo non ce ne siamo affatto pentiti. Non abbiamo mai sofferto di solitudine e non abbiamo mai avuto il problema di non sapere con chi giocare, con buona pace degli ideologici anti «figlio singolo». I figli unici sviluppano altre abilità rispetto a chi cresce in gruppo. Hanno più dimestichezza con gli adulti e con la fantasia, per esempio. Sono viziati, un tantino autoriferiti ma autobastevoli.
E poi, ovviamente, ci sono gli amici, per di più alla giusta distanza, che è la distanza perfetta. I «monofigli» hanno un senso dei confini tutto loro: sanno aprirli, ma guai a invaderli, sono permalosi e selettivi. «Le amiche sono le sorelle che ti scegli» c'era inciso sul braccialetto che abbiamo regalato a una di loro poco tempo fa. In fin dei conti è proprio così e degli amici hanno bisogno tutti, anche quelli che crescono in tribù. Ma arrivano gli anni in cui avresti voglia di vedere, attraverso un fratello o una sorella, come avresti potuto essere se fossi stato solo un poco diverso da te stesso: che forme avresti potuto prendere, quali abilità, che spigoli avresti appuntito, come ti sarebbe stata quella sfumatura di occhi. Arrivano gli anni in cui ti manca «lo specchio». In cui avresti voglia di un amico di sangue, invidi i natali attorno alle tavole delle famiglie numerose, il chiasso bello, le liti e le alleanze. Quella convivenza oliata e perfetta in stile «l'ultimo chiuda la porta». Invidi soprattutto, incredibile a dirsi, il fatto di non essere il centro dell'universo di tutta la tua famiglia. Adoreresti che mamma e papà e nonni e bisnonni si distogliessero dai tuoi amori infelici o dai tuoi capelli troppo sottili per concentrarsi sulla brutta pagella di tuo fratello, o sulle uscite notturne di tua sorella, per esempio. Ma è da adulti che si inizia a sentire davvero la mancanza di un altro pezzo di noi. Quando i genitori invecchiano e ci si sente irrimediabilmente soli, staccati dalla riva. Ed è una fitta che si avverte ancora di più da genitori, quando magari ci si è fermati a un solo figlio e si invecchia a nostra volta e a nostra volta si pensa di lasciarlo, un giorno, senza un complice.
Secondo uno studio americano, a causa del calo delle nascite e dell'allungamento della vita media, il mondo va incontro a una metamorfosi delle composizioni familiari. Ci saranno nuclei sempre più sottili, famiglie senza fratelli, senza cugini, senza nipoti. Micro accrocchi affettivi sempre più isolati. Peraltro l'Italia guida questa tendenza. Il che ci fa venire in mente che, se non altro, a breve ci saranno un sacco di figli unici che avranno bisogno di trovarsi dei fratelli e delle sorelle d'elezione. Le famiglie si creano anche così. È una cosa che da figli unici abbiamo imparato benissimo.
E lo abbiamo imparato anche osservando qualche sfortunato assortimento familiare trafitto da asti e tensioni. Perché, se è vero che ci sono parenti che si scelgono, è altrettanto vero che ci sono parenti che non sceglieremmo mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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