- Ghali da Fabio Fazio è come uno zuccherino nel regno del petaloso. Frase indimenticabile dell’artista: “I beni e le ricchezze che abbiamo non sarebbero tali se non fossero condivisibili”. Anche io vorrei condividere un po’ delle ricchezze di Ghali: ti mando l’Iban?
- Cosa ha detto ieri Ghali sulla guerra? Nulla. Ha parlato Fazio e lui sostanzialmente si è limitato ad annuire e a raccontare che fino a 23 anni dormiva con la mamma. Titolo di Nove: “Ghali e le sue affermazioni sullo stop alla guerra”. Ma il rapper non ha parlato di guerra e pace, a Sanremo. Ha evocato il termine “genocidio” che, nel caso della guerra di Israele, è tecnicamente sbagliato ed estremamente politico.
- Non c’è niente di peggio del comizio per interposto Fazio dell’alieno di Ghali (ps: ma quanto somiglia, come personaggio, al meglio riuscito Armadillo di Zerocalcare?). Ecco l'appello: “Stop a tutte le guerre, stop ai respingimenti e stop a quelli che dicono aiutiamoli a casa loro”. Beh, forse Fazio potrebbe andare a rileggersi cosa diceva papa Francesco, e non citiamo Ratzinger per non sembrare troppo conservatori, sulla questione migratoria. Ve lo riporto: “Chi governa deve gestire questo problema con la verità del governante che è la prudenza. Che significa domandarsi, primo: quanti posti ho?” (settembre 2017); “Il problema dell’immigrazione africana si risolve in Africa, aiutare a sviluppare l’Africa perché non abbiano la necessità di venire” (gennaio 2024); “È una ipocrisia risolvere il problema dei migranti in Europa, andiamo a risolverlo a casa loro”. Quindi “diciamo no a chi dice 'aiutiamoli a casa loro'" vale anche per papa Francesco. Che, peraltro, aveva ribadito il concetto proprio a Che tempo che fa. Che figuraccia.
- Fazio su Ghali: “Per noi sei diventato un cantautore, una fonte autorevole”. Povero De André.
- Si è svolta la direzione del Pd al Nazareno e fuori dalla porta c’erano alcuni contestatori. Esponenti di FdI? Odiatori? Picchiatori fascisti? No, davanti al Pd protestavano i giovani del Pd che chiedevano più democrazia, essendo il loro movimento commissariato da diversi anni ed essendo loro impossibilitati a riunirisi in congresso. Urlano contro la "democratura" e il pericolo autocratico per il Belpaese, poi vengono accusati dai loro rampolli di non rispettare la democrazia. Meraviglioso.
- Roberto Baggio gira con la Panda 4x4 vecchio stile, il che lo eleva da icona del calcio a mito assoluto. Soprattuto perché con quel "ciccia, però ora basta" dimostra di essersi rotto le scatole di Instragram dopo un solo post.
- In Sardegna la candidata presidente del “campo largo” formato da Pd e M5S, Alessandra Todde, ha lanciato le sue parole d’ordine: iniziare la Resistenza sull'Isola affinché si possa dire che “il vento è cambiato”. La Resistenza, con la R maiuscola, ovviamente s’intende quella contro il "governo nazionale" fatto di "fascisti". E qui occorre fare due riflessioni. Primo: non si capisce quale possa essere l’utilità, per gli abitanti della Sardegna, di votare un candidato i cui temi principali riguardano il governo romano e non l’Isola. Secondo: fa riflettere lo stato dell’arte della sinistra che non riesce mai a trovare un motivo d’esistere “per” qualcosa ma solo “contro” qualcosa. Ieri Berlusconi, oggi Meloni. Sempre e comunque definiti fascisti, parolina magica che permette di fare appelli alla Resistenza, conquistare le prime pagine dei giornali ma, a conti fatti, non porta tanti voti in tasca.
- Ursula von der Leyen si candida per un secondo mandato e, vista l’amicizia che la lega a Giorgia Meloni, magari potrebbe anche farcela. Ma in fondo importa poco a chi verrà affidata la prossima Commissione, più che altro a contare sono le alleanze: sarà un’Ue col solito accordo popolari- socialisti, sarà di nuovo l’accrocchio verde di cinque anni fa, oppure avremo una Commissione più conservatrice? Ursula può pure rimanere in campo, se ritiene di poter rinnegare il Green Deal che ha sostenuto in questo ultimo lustro. L’importante è abbandonare le idee di Timmermans e soci e tornare ad un approccio più pragmatico alle questioni ambientali. Perché l’Unione Europea è un grande mercato e non può suicidarsi per la C02.
- La Gran Bretagna pubblica le linee guida per le scuole: cellulare vietato non solo in classe, ma anche durante gli intervalli o i pasti. Il motivo? Sono una “distrazione non richiesta”. Può essere poco liberale frugare negli zaini o requisirlo all’ingresso, ma se già oggi avviene ai concorsi e per gli esami di Stato, non si vede perché non bisognerebbe tenere lo stesso metro anche durante il normale anno scolastico. Tanto l’alunno in quelle cinque ore è a scuola e se gli succede qualcosa non ha bisogno del telefonino per comunicare con i genitori, ci penserà l’istituto ad occuparsi di ogni cosa.
Dunque ben venga l’idea che non solo ridurrà le distrazioni, migliorerà la performance educativa ed eviterà le copiature, ma potrà anche impedire il proliferare di quei video sui social registrati in classe ai danni dei poveri professori. Fossi nel ministro italiano, copierei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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