La mossa "anti-Maga" di Biden: medaglie a Soros, Hillary Clinton e Bono Vox

Le onorificenze "d'addio" a personaggi del mondo della politica, dello sport e della cultura sono un messaggio ben preciso a Trump

La mossa "anti-Maga" di Biden: medaglie a Soros, Hillary Clinton e Bono Vox

Quando, nel gennaio 2017, l'ex presidente Barack Obama gli aveva a sorpresa conferito la Freedom Medal, Joe Biden si era mostrato sorpreso e commosso. Definendo l'ex senatore di lunga data del Delaware "il miglior vicepresidente che l'America abbia mai avuto" e un "leone della storia americana", Obama consegnò il premio al suo partner alla Casa Bianca in una cerimonia emozionante, inizialmente presentata come un addio.

Otto anni e una presidenza disastrosa più tardi, il presidente Biden ha scelto di utilizzare il prestigioso riconoscimento come arma per riaffermare i valori e i "miti" della presidenza uscente, in opposizione simbolica al "mondo" di Donald Trump prossimo all'insediamento. Ieri, dunque, il presidente Biden ha insignito diciannove personaggi pubblici della Medaglia presidenziale della libertà. Si tratta della più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, conferita a persone che hanno dato un contributo esemplare alla prosperità, ai valori o alla sicurezza degli Stati Uniti, alla pace o ad altre importanti iniziative sociali, pubbliche o private.

Le medaglie "neutre" (o quasi)

Una carrellata di "miti" democratici come José Andrés, rinomato innovatore culinario ispano-americano che ha reso popolari le tapas negli Stati Uniti. La sua World Central Kitchen fornisce aiuti su larga scala alle comunità colpite da disastri naturali e conflitti in tutto il mondo ed è stata protagonista di drammatici episodi nel contesto della della guerra a Gaza degli ultimi mesi. A seguire, Bono, il frontman della leggendaria rock band U2 e un attivista pioniere contro l'AIDS e la povertà. Ma c'è stato spazio anche per Michael J. Fox, attore vincitore di cinque Emmy Awards, quattro Golden Globe Awards, due Screen Actors Guild Awards e un Grammy Award, sostenitore di fama mondiale della ricerca e dello sviluppo del morbo di Parkinson da cui è affetto.

E ancora, Tim Gill, imprenditore visionario il cui lavoro ha fatto progredire i diritti e l'uguaglianza LGBTQI. Dopo aver trasformato l'industria editoriale attraverso un software rivoluzionario, ha sfruttato il suo successo per assicurarsi vittorie chiave nella lotta per l'uguaglianza del matrimonio. Il celebre stilista Ralph Lauren, che ha ridefinito l'industria della moda con un marchio di lifestyle che incarna l'eleganza senza tempo e la tradizione americana, è stato invece premiato per aver influenzato la cultura, gli affari e la filantropia, in particolare nella lotta contro il cancro. C'è stato spazio anche per il basket, amato e popolare sport nazionale assieme al football: Earvin "Magic" Johnson è stato insignito della medaglia in quanto leggendario giocatore che ha guidato i Los Angeles Lakers in cinque campionati. Fuori dal campo, è un imprenditore e filantropo di successo che sostiene le comunità svantaggiate attraverso la sua Magic Johnson Foundation. Stesso discorso per il calcio, sebbene meno popolare negli Stati Uniti, e che ha visto protagonista Lionel Messi in quanto giocatore più decorato nella storia del calcio professionistico, ma soprattutto leader di programmi di assistenza sanitaria e istruzione per bambini in tutto il mondo attraverso la Leo Messi Foundation.

Le medaglie al vetriolo

Ma fra questi preziosi riconoscimenti, alcuni più di altri sono una vera zampata finale-che lascia il tempo che trova-alla presidenza entrante. A partire da Hillary Clinton, ex segretaria di Stato, nonché candidata dem alla presidenza, ha fatto la storia più volte nel corso di decenni di servizio pubblico: del resto fu la prima first lady eletta al Senato degli Stati Uniti. Dopo aver prestato servizio come segretaria di Stato, è diventata la prima donna nominata presidente da un importante partito politico degli Stati Uniti. Altro affronto a The Donald, la medaglia (postuma) a Bob Kennedy, ricordato come un procuratore generale che ha combattuto ferocemente la segregazione razziale e come un senatore degli Stati Uniti che ha cercato di affrontare la povertà e la disuguaglianza nel Paese, accomunato dallo stesso tragico destino del fratello John. Ma soprattutto un Kennedy di altra forgia rispetto al discusso (e omonimo) figlio che si appresta a collaborare con la nuova presidenza.

Ma forse il più grande affronto a Trump è la scelta di George Soros: investitore, filantropo e fondatore delle Open Society Foundations. Attraverso la sua rete di fondazioni, partner e progetti in oltre 120 paesi, Soros si è concentrato su iniziative globali ma soprattutto che ha sempre sostenuto generosamente Biden, i democratici e le loro cause. Un riconoscimento-per la prima volta- aperto del suo ruolo, che molti democratici hanno evitato in tutti i modi, temendo che Trump e il Gop avrebbero additato il gesto come prova delle macchinazioni di Soros sui progressisti americani. Medaglia postuma anche per George W. Romney, ex governatore del Michigan, oltre che padre di Mitt Romney, l’unico repubblicano che ha votato due volte per limpeachment di Trump. Un premio che sembra riecheggiare la Presidential Citizens Medal conferita a Liz Cheney, che ha guidato le indagini parlamentari per l’assalto al Capitol. Non è "casuale" nemmeno la scelta della "diavolessa che veste Prada" Anna Wintour, fundraiser di Biden che ha messo sua moglie Jill sulla copertina di Vogue ben due volte negli ultimi quattro anni, rifiutando invece di concedere lo stesso trattamento a Melania Trump durante la presidenza del marito.

Le altre medaglie

Accanto a queste prestigiose onorificenze anti-MAGA, hanno trovato spazio Ashton Baldwin Carter (postumo), 25° Segretario della Difesa che ha servito sotto 11 Segretari della Difesa sia in amministrazioni democratiche che repubblicane; Jane Goodall, etologa e ambientalista di fama mondiale, la cui ricerca ha trasformato la nostra comprensione dei primati e dell'evoluzione umana. Fannie Lou Hamer (postuma), fondatrice del Mississippi Freedom Democratic Party, ha sfidato l'esclusione delle voci nere dal sistema politico e ha gettato le basi per il Voting Rights Act del 1965; William Sanford-Nye (1890-1965), che ha ispirato e influenzato generazioni di studenti americani come "Bill Nye the Science Guy"; David M. Rubenstein, co-fondatore e co-presidente di The Carlyle Group, dove ha creato una delle società di investimento globali di maggior successo. È rinomato per la sua filantropia e il suo generoso sostegno al restauro di monumenti storici e istituzioni culturali del paese; George Stevens, Jr., scrittore, regista, autore e drammaturgo pluripremiato.

La sua carriera è stata dedicata alla conservazione e alla celebrazione del meglio del cinema e delle arti performative americane, anche fondando l'American Film Institute e creando i Kennedy Center Honors; Denzel Washington, attore, regista e produttore che ha vinto due premi Oscar, un Tony Award, due Golden Globe e il Cecil B. DeMille Lifetime Achievement Award del 2016.

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