Guerra tra granchi blu, il cibo non basta e diventano cannibali

Il loro numero è cresciuto esponenzialmente nel periodo estivo e un inverno mite potrebbe favorire questi comportamenti predatori. Aumenta la richiesta di questa specie sul mercato ittico nazionale

Guerra tra granchi blu, il cibo non basta e diventano cannibali
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I granchi blu non sono più un’emergenza solo per il nostro ecosistema, ma anche per loro stessi. Si sono moltiplicati in modo incontrollato e non hanno più da mangiare a sufficienza. Si sta assistendo, dunque, ad episodi di cannibalismo in cui gli esemplari più grandi divorano i più piccoli per accaparrarsi spazio e cibo.

Il granchio blu è presente nelle nostre acque già da 30 anni”, spiega Mattia Lanzoni, ricercatore in ecologia all’Università di Ferrara che fornisce gli ultimi aggiornamenti su questa situazione. “Quello che stiamo vivendo oggi, però, è esploso in un arco di tempo così breve che era difficile da prevedere. I cambiamenti climatici rendono complicato fare ipotesi su spostamenti e comportamenti di questa specie che va ancora studiata a fondo”. Per ora, si sa che i granchi blu si adattano a qualunque tipo di ambiente, che sono in grado di creare in mare colonie fino a tre miglia dalla costa e che riescono a spostarsi nelle acque interne fino a 120 chilometri dalla foce di fiumi.

Durante il periodo invernale l'attività predatoria dovrebbe diminuire per ripartire a pieno regime con il caldo, ma un inverno con temperature sopra la media come quello dello scorso anno potrebbe non sortire gli effetti sperati”, continua il ricercatore. “Sono tanti i fattori di questa invasione dovuti non solo all'aumento delle temperature, ma anche al drastico calo dei suoi predatori naturali, come l’anguilla, e ad una massiccia molluschicoltura nel Nord Adriatico, fonte di cibo importante che però non sembra più essere sufficiente”.

La cucina è il modo in cui si tenta di risolvere quest’emergenza ambientale. Il volume di granchi blu in commercio continua ad aumentare, accompagnato da una robusta domanda ancora in crescita. La Bmti (Borsa mercati telematica italiana) fa sapere che questa situazione permette di mantenere quotazioni stabili di settimana in settimana: a Roma è venduto a 4,50 euro al chilo, a Chioggia è a 4,28 euro al chilo, mentre a Milano, il principale mercato ittico all’ingrosso, arriva al prezzo di 5,50 euro/kg, con un aumento del 75% delle vendite rispetto all’anno scorso.

Secondo un sondaggio di Fedagripesca-Confcooperative, 8 italiani su 10 sono spinti ad assaggiare questa pietanza per moda o curiosità, ma il granchio blu non è riuscito ancora a scalzare i piatti tipici della tradizione. Secondo l’associazione, in Italia manca ancora una cultura gastronomica legata a questo prodotto, che negli Stati Uniti viene venduto a 100 euro al chilo.

Inoltre, nel nostro Paese i pescatori sono costretti a buttare via il 90% degli esemplari, da cui guadagnano al massimo 1,50 al chilo, perché quelli più piccoli non non sono richiesti. Oltreoceano, invece, ogni singolo granchio ha uno sbocco commerciale, dalle zuppe alla trasformazione.

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