"I disastri dell'alluvione? Colpa del turismo". L'ultimo delirio di Raimo

Secondo lo scrittore, molto attivo sui social, in una regione "che continua a esaltare la turistificazione selvaggia, cosa mai potrà andare storto?"

"I disastri dell'alluvione? Colpa del turismo". L'ultimo delirio di Raimo
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Sembrava quasi strano – conoscendo la bizzarria del personaggio – che non avesse ancora espresso una "sagace" opinione in merito alle alluvioni che hanno colpito l'Emilia-Romagna. E invece Christian Raimo non ha voluto minimanete deludere le aspettative e ha sprigionato tutto la propria indiscutibile "acutezza" in merito agli ingenti danni che le piogge degli ultimi giorni hanno causato in quella regione. Il ragionamento (se così si può definire) dello scrittore pseudo-intellettuale è piuttosto semplice, dal suo punto di vista: i morti, i feriti, gli allagamenti e le distruzioni sono tutti da addebitare a un modello politico-culturale a livello locale che ha portato, come inevitabile conseguenza, la catastrofe alla quale tutti noi stiamo assistendo nelle varie immagini che scorrono tra giornali e televisioni.

I profili social ufficiali di Raimo si sono rinvigoriti in queste ultime ore, strumentalizzando pubblicamente alcune scelte amministrative considerate da lui scellerate. Molto emblematici, sotto questo aspetto, sono soprattutto due post pubblicati dall'ex assessore alla Cultura del III Municipio a Roma con la sinistra, comparsi rispettivamente su Facebook e Twitter. Il primo recita testualmente: "Il governo dell'Emilia-Romagna, ossia una cultura politica che continua a esaltare la motoristica in un mondo in cui dovremmo avere meno auto, che continua a esaltare la turistificazione selvaggia in un mondo in cui soffochiamo di overtourism, che esalta gli allevamenti intensivi in un mondo in cui dovremmo diminuire il consumo di carne, cosa mai potrà andare storto?".

Un'ironia che provoca nel lettore delle grasse riposate incontenibili, non c'è dubbio. Tuttavia il secondo, se possibile, assume addirittura un significato intrinseco ancora peggiore del precedente per via del "minestrone" tra più argomenti che non c'entrano un bel niente uno con l'altro, come il caro affitti e questa tragedia del maltempo: "Il modello Milano con gli studenti nelle tende, il modello emiliano con gli sfollati sui tetti e nelle palestre, il modello romagnolo con le spiagge mangiate dal mare".

Ecco, il discorso per lui è molto lineare: l'Emilia Romagna se l'è andata abbastanza a cercare. Ma come si è potuta minimamente permettere di puntare sull'agricoltura, sul turismo e sull'eccellenza dell'automotive? Certo, sarebbe stato meglio dare retta a uno come lui che avrebbe fatto precipitare il Pil regionale sotto lo zero in un batter d'occhio. Il suo delirio più totale non sorprende per niente chi ha già avuto modo di leggere alcuni altri capolavori dialettici di Raimo. Ospite frequente di Piazzapulita, su La7, si è spesso lasciato andare a giudizi sommari senza capo né coda. Una sera dichiarò che "chi guadagna 4 milioni di euro all'anno è immorale". A prescindere se uno li abbia portati a casa onestamente e pagando regolarmente le tasse.

Proprio recentemente, sempre da Formigli, ha sostenuto che tutti i membri del governo Meloni fossero, nell'ordine, "fascisti, cialtroni, pezzenti". E poi ci si domanda perché certa sinistra abbia percentuali da prefisso telefonico.

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