I lavori più nobili sono quelli manuali

Come e perché la manualità rende liberi: elogio dell'artigianato

I lavori più nobili sono quelli manuali
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Caro Feltri,
è stata scoperta l'acqua calda: ci sono più avvocati che idraulici. L'uomo diventa artigiano creando il primo utensile, una pietra scheggiata che diventa un coltello. Si distingue dall'animale per aver il pollice opponibile, che gli permette di usarlo per afferrare e manipolare gli oggetti. La manualità è peculiarità dell'uomo. Il padre di Gesù, sintesi perfetta tra divino e umano, è un artigiano. La maestria non dipende solo dalla manualità, ma richiede anche una base di conoscenze, oltre all'esercizio e all'esperienza. Non a caso «afferrare una cosa» significa sia la presa della mano, sia la comprensione cerebrale. Oggi l'artigiano può essere visto come l'archetipo del lavoro contemporaneo: i greci definivano gli artigiani demiourgos, coloro cioè che producono lavori in maniera collettiva, proprio come i moderni processi produttivi, come l'open source, resi possibili dalle nuove tecnologie digitali. E se la causa di crisi e recessione che stanno attanagliando la nostra società non sia ascrivibile a strane congiunture economiche ma semplicemente alla scomparsa della manualità dalla vita quotidiana? L'uso delle mani sta scomparendo, non si infila più la chiave per aprire l'automobile, tutto si comanda con un pulsante, dall'apertura/chiusura dei finestrini al garage, molte azioni quotidiane sono demandate ad aggeggi che si rompono facilmente e si devono sostituire. Non esiste più l'homo faber, tutti gli operatori economici sono in doppiopetto e incravattati, non si vedono più tute da lavoro e grembiuli, è scomparso colui che produce. Viviamo quotidianamente in un mondo di oggetti rispetto ai quali siamo passivi e dipendenti, perché non li capiamo e non li conosciamo, o forse perché sono progettati proprio per non essere compresi. Non si può piantare un chiodo in Internet.
Mauro Luglio
Monfalcone

Caro Mauro,
che piacere e che gioia leggere riflessioni che io stesso ho sovente compiuto! Credo che la solitudine a cui è condannato l'essere umano venga sconfitta solamente quando scopriamo che un altro individuo ha pensato i nostri stessi pensieri. Anche io non mi sorprendo del fatto che gli avvocati siano più numerosi degli idraulici, avvocati i quali pure sono più numerosi degli stessi imputati. Mi stupisce semmai che, sebbene gli idraulici siano copiosi, ogni volta che ce ne serve uno, chissà come e chissà perché non lo troviamo. E questa è la ragione per cui si fanno strapagare, tanto da guadagnare più di parecchie categorie di professionisti, dentisti inclusi, stando alle dichiarazioni dei redditi. Ho sempre incoraggiato i miei figli e i miei nipoti sia a studiare che a imparare un mestiere, ossia ad acquisire un'abilità, anche manuale, anzi soprattutto di questo tipo. Chi acquista una competenza di questo genere non resterà mai senza lavoro, quindi non finirà mai in difficoltà, non dovrà mai dipendere da nessuno.

In questo senso la manualità rende liberi. Essa è il fondamento della libertà. Io stesso considero il mio lavoro un lavoro manuale, scrivo con le mani cose che nascono nella mia testa. Un tempo il mio mestiere era ancora più manuale, oggi la tecnologia si è imposta pure nel giornalismo, anzi, a quanto ho saputo, con l'intelligenza artificiale è possibile vergare interi articoli senza fare nulla, ovvero girandosi i pollici. Le mani oggi servono a questo: a gingillarsi. Un progresso? Niente affatto. È la morte del giornalismo, poiché viene privato dell'anima di colui che scrive, delle sue emozioni. L'emozione, che è l'elemento artigianale per antonomasia, è ciò che distingue un lavoretto qualunque da un'opera d'arte ed è verso questa che dobbiamo sempre tendere allorché realizziamo qualsiasi cosa. Ciò che viene prodotto artigianalmente ha più valore sia perché dotato di anima sia perché ha richiesto un investimento di tempo e il tempo è il nostro bene più grande e prezioso. Non si tratta soltanto della qualità, della durata di quello che è fatto a mano, della bravura dell'artigiano medesimo affinata nel corso degli anni, ma anche delle ore o dei giorni trascorsi su quel preciso lavoro.

Ritorneremo ai lavori manuali? Io sono convinto di sì. Non possiamo farne a meno, nemmeno le osannate macchine hanno potuto sostituire l'essere umano e le sue mani. Quello che è fatto manualmente è simbolo di eccellenza, buona fattura, lusso, classe.

Nelle professioni che ho svolto ho sempre adoperato le mani: quando facevo il commesso, quando facevo il vetrinista, quando suonavo il piano nelle balere, quando pulivo le scale dei condomini per

arrotondare, quando ho preso a scrivere. E ancora oggi ho sempre carta e penna con me, nel taschino della giacca, per prendere appunti all'occorrenza. Preferisco affidarmi alle mie dita piuttosto che alla tastiera del telefonino.

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