Caro Mauro,
che piacere e che gioia leggere riflessioni che io stesso ho sovente compiuto! Credo che la solitudine a cui è condannato l'essere umano venga sconfitta solamente quando scopriamo che un altro individuo ha pensato i nostri stessi pensieri. Anche io non mi sorprendo del fatto che gli avvocati siano più numerosi degli idraulici, avvocati i quali pure sono più numerosi degli stessi imputati. Mi stupisce semmai che, sebbene gli idraulici siano copiosi, ogni volta che ce ne serve uno, chissà come e chissà perché non lo troviamo. E questa è la ragione per cui si fanno strapagare, tanto da guadagnare più di parecchie categorie di professionisti, dentisti inclusi, stando alle dichiarazioni dei redditi. Ho sempre incoraggiato i miei figli e i miei nipoti sia a studiare che a imparare un mestiere, ossia ad acquisire un'abilità, anche manuale, anzi soprattutto di questo tipo. Chi acquista una competenza di questo genere non resterà mai senza lavoro, quindi non finirà mai in difficoltà, non dovrà mai dipendere da nessuno.
In questo senso la manualità rende liberi. Essa è il fondamento della libertà. Io stesso considero il mio lavoro un lavoro manuale, scrivo con le mani cose che nascono nella mia testa. Un tempo il mio mestiere era ancora più manuale, oggi la tecnologia si è imposta pure nel giornalismo, anzi, a quanto ho saputo, con l'intelligenza artificiale è possibile vergare interi articoli senza fare nulla, ovvero girandosi i pollici. Le mani oggi servono a questo: a gingillarsi. Un progresso? Niente affatto. È la morte del giornalismo, poiché viene privato dell'anima di colui che scrive, delle sue emozioni. L'emozione, che è l'elemento artigianale per antonomasia, è ciò che distingue un lavoretto qualunque da un'opera d'arte ed è verso questa che dobbiamo sempre tendere allorché realizziamo qualsiasi cosa. Ciò che viene prodotto artigianalmente ha più valore sia perché dotato di anima sia perché ha richiesto un investimento di tempo e il tempo è il nostro bene più grande e prezioso. Non si tratta soltanto della qualità, della durata di quello che è fatto a mano, della bravura dell'artigiano medesimo affinata nel corso degli anni, ma anche delle ore o dei giorni trascorsi su quel preciso lavoro.
Ritorneremo ai lavori manuali? Io sono convinto di sì. Non possiamo farne a meno, nemmeno le osannate macchine hanno potuto sostituire l'essere umano e le sue mani. Quello che è fatto manualmente è simbolo di eccellenza, buona fattura, lusso, classe.
Nelle professioni che ho svolto ho sempre adoperato le mani: quando facevo il commesso, quando facevo il vetrinista, quando suonavo il piano nelle balere, quando pulivo le scale dei condomini per
arrotondare, quando ho preso a scrivere. E ancora oggi ho sempre carta e penna con me, nel taschino della giacca, per prendere appunti all'occorrenza. Preferisco affidarmi alle mie dita piuttosto che alla tastiera del telefonino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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