Ilaria Salis ma che fai?, Salvini il romanticone e Simone Borghese: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: quei ragazzi del D-Day, l'invito a cena a Elly Schlein e Serena Bortone

Ilaria Salis ma che fai?, Salvini il romanticone e Simone Borghese: quindi, oggi...

- Simone Borgese è stato arrestato a Roma con l'accusa di stupro di una ragazza. Sempre lui, nel 2015, abusò di una tassista, sempre l'8 maggio, e per questo s'è fatto diversi anni di galera. Alla faccia del carcere rieducativo.

- Matteo Salvini, che romanticone. Ci fa sapere che andrebbe volentieri a cena con Elly Schlein, perché “è brava, simpatica, appassionata, interessante e preparata”. "Meglio lei di Conte", dice il Capitano, schifando quel Giuseppi cui tuttavia ha fatto un governo (ma questi son dettagli). Adesso va posta la stessa domanda a Elly, dubitiamo tuttavia che si accomoderebbe a tavola col "truce".

- Il Movimento Cinque Stelle fu determinante cinque anni fa per eleggere Ursula von der Leyen alla Commissione. E oggi? Oggi se ne pente, avendola trovata “deludente rispetto al progetto politico portato avanti per tutta la legislatura”. La colpa è di Ursula, ovviamente, mai dei leader politici che l’hanno sostenuta. Vi sembra normale? Alla fine, le scelte sbagliate dei partiti passano sempre in cavalleria come banali incidenti di percorso. Nessuno che si assuma le responsabilità di operazioni politiche errate. Chi ha sempre detto A, poi afferma B. E chi sosteneva C, non si preoccupa a passare con D. Poi non lamentatevi se a votare va poco più della metà degli aventi diritto.

- Secondo un sondaggio di Polling Europe, gli italiani sono tra i popoli Ue più favorevoli ad Hamas. O meglio, più vicini alle istanze palestinesi. Il dato clamoroso è che solo il 19% pensa che a provocare il conflitto siano stati i terroristi palestinesi e addirittura il 22% scarica la colpa su Tel Aviv. La guerra in Medio Oriente è un discorso complicato, figlio di violenze stratificate in cui si fa fatica a trovare l’origine del male. Tuttavia, su questa battaglia (quella di Gaza, una delle tante di un conflitto che va avanti da decenni) non possono esserci dubbi: a provocarla sono stati i jihadisti di Hamas col loro inutile massacro di ottobre. Inutile per la storia. Inutile per gli abitanti della Striscia. Inutile dal punto di vista politico e geopolitico. Solo macelleria. Come fate a non riconoscerlo?

- Siamo un paese destinato a morire. Di burocrazia. A Milano un gruppo di cittadini decide di riqualificare un’area urbana sotto gli alberi. Al posto delle auto in sosta selvaggia, realizzano un mini-parchetto: un po’ di pacciamatura a terra, due cordini per delimitare l’area, niente di che. Il Comune, che lascia indenni le auto in sosta sul marciapiede, s’è presentato per far rimuovere il tutto: i poveracci si sono ritrovati sul groppone 900 euro di multa per - cito - “deposito temporaneo di pacciamatura su marciapiede e area verde pubblico”; e 231 euro "per occupazione suolo abusiva” con corde e paletti. Ah: nei documenti ufficiali, quella zona sarebbe “area verde”. I residenti in sintesi non hanno fatto altro che realizzare, a proprie spese, quello che sarebbe spetatto al Comune. Risultato: multati, cornuti e mazziati. Meritiamo l’estinzione.

- Per la prima volta Ilaria Salis si mostra in video dagli arresti domiciliari. È una sorta di video-comizio, solo molto breve, in cui l’attivista dall’Ungheria comunica il suo “programma” - se così possiamo chiamarlo. E allora analizziamolo:

- Il video di Ilaria parte con l’immancabile “tutte e tutti”, incipit inclusivo il giusto per far capire da che parte dalla storia stare. Quella perbenista, ovviamente, sia mai che ti accusino di maschilismo.

- Il primo punto riguarada la sua detenzione: Ilaria è ancora ai domiciliari, mostra il braccialetto elettronico, assicura che la sua battaglia “non è ancora finita”. C’è un motivo: la candidatura con Alleanza Verdi e Sinistra, sfumata quella col Pd, era nata per mettere fine alla sua detenzione in carcere. Prigionia che però le è stata revocata dai giudici, fatto che potrebbe indurre gli elettori a pensare che ormai sia inutile votarla “tanto in galera non ci sta più”. Da qui la necessità di ribadire di sentirsi “ancora lì dentro”.

- Secondo: Salis ci tiene a presentarsi come un’attivista che fa politica “dal basso”, non una “di professione”, riciclando un vecchio motto ormai stantio. Ricorda la sua condizione di precarietà nel lavoro di insegnante, come se fosse un simbolo di appartenenza sociale da rivendicare. E ovviamente il piatto forte: “Come sapete tutti, sono antifascista”. Basta questo per essere eletti? No, chiaramente. Ilaria andrà in Europa per combattere per “tutte le persone che si trovano in situazioni di ingiustizia di questo tipo” (ed è forse l’unico punto del programma con un po’ di coerenza logica). Sulla lotta che intende portare avanti per "un'istruzione di qualità”, si spera che non intenda il raccontare agli alunni le sue gesta militanti. Mentre sull’obiettivo dichiarato di “cambiare radicalmente le condizioni materiali di vita” sospendiamo il giudizio perché cosa significhi nella pratica, lo sa solo lei.

- Tutto bello, Ilaria. Ma una volta eletta, spiegaci in concreto: che farai?

- A conti fatti, al netto delle esigenze processuali, la candidatura di Salis ruota attorno al suo desiderio di “contrastare le destre radicali e le loro politiche discriminatorie”. Che poi è il vecchio vizio di una certa sinistra, lo stesso che ha spinto Ilaria ad andare a Budapest per contestare il raduno neonazista: anziché adoperarsi “per”, si mobilitano “contro”. Contro le destre radicali, qualsiasi esse siano. Contro i fascisti, veri e presunti. Contro chi non la pensa come loro. Non il massimo, come programma politico. Soprattutto poco innovativo.

- Nel giorno degli 80 anni del D-Day, la vera domanda da porsi è una: troveremmo ancora così tanti giovani disposti a morire per liberare un Paese straniero? Ragazzi consapevoli di partire col rischio di finire sottoterra, ricordati solo da una croce in uno sterminato campo di lapidi? Risposta, forse no. E chi scrive - in sincerità - non sa se baratterebbe la propria vita con un ideale.

- Serena Bortone avrà ancora il suo programma in Rai, e questo dovrebbe bastare per smentire accuse di Telemeloni e simili.

Il problema è che anziché le due serate di quest’anno, dovrà accontentarsi di una sola puntata. Sai che dramma. Noi non ci dormiremo la notte, ma domani - ci mettiamo la mano sul fuoco - una decina di editoriali sulla orribile censura non ce li toglierà nessuno. Che dite, intervisteranno Scurati o Saviano?

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