Professione influencer, ecco fino a quanto si può guadagnare in Italia

Le cifre variano molto da caso a caso, ma indicativamente è possibile capire quanto i brand sono disposti a pagare le star del web

Professione influencer, ecco fino a quanto si può guadagnare in Italia
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Il mondo degli "influencer" è di certo uno di quelli più ambiti dai ragazzi al giorno d'oggi: essere pagati per pubblicare contenuti di qualunque genere, da video a foto, è in cima alla lista dei desideri di tanti, anche se di recente l'ambiente è stato scosso da una serie di noti casi, non da ultimo la vicenda che ha visto coinvolta Chiara Ferragni.

Si tratta di un ambiente complesso, per definire il quale non è possibile fare un'unica considerazione, dato che intervengono una serie di elementi in grado di creare delle grandi differenze tra un caso e un'altro e tra i guadagni e gli introiti prodotti da ciascuno dei diretti interessati: talmente complesso che ai piani alti c'è chi invoca la definizione di norme ben precise per regolamentare il settore con l'obiettivo di tutelare i consumatori.

Nonostante il momento storico, tuttavia, gli influencer continuano a monetizzare sulla base del proprio seguito e della propria popolarità, anche se ci sono delle differenze rispetto a qualche anno fa. A scattare un'istantanea di questo mondo è DeRev, società che si occupa di strategie di marketing e comunicazione digitale. Ciò che si evince fin da subito, per quanto concerne l'Italia, è che tra i quattro principali social presi in esame, Facebook è quello che sta "invecchiando" peggio, e l'analisi dei guadagni è particolarmente efficace nel dimostrarlo. Restano esclusi dal report X, definito "fuori dai radar" e LinkedIn.

A seconda del numero di "seguaci" si parla di diverse tipologie di influencer, ma ad essere determinante è anche l'engagement, vale a dire l'interazione, il livello di coinvolgimento dei followers. Di seguito qualche dato che si può evincere dalla tabella pubblicata da DeRev, che tiene in considerazione il potenziale guadagno per un singolo contenuto, tenendo presente che post e storie hanno un diverso "peso".

Per quanto riguarda Facebook, si va dal "Nano Influencer" (dai 10mila ai 50mila followers con almeno lo 0,2% di engagement), che può guadagnare fino a 50€, alla "Celebrity" (con oltre 3 milioni di followers e almeno lo 0,2% di engagement), che incassa tra 1.500 e 2.500€ per contenuto.

Con Tik Tok si sale: il "Nano Influencer" (tra i 5mila e i 10mila followers con almeno il 6% di engagement), può guadagnare fino a 350€, mentre la "Celebrity" (con oltre 3 milioni di followers e almeno l'1,75% di engagement), porta a casa tra i 10mila e i 20mila€ per contenuto.

Si arriva poi a Instagram: il "Nano Influencer" (che in questo caso deve avere dai 5mila ai 10mila followers con almeno il 5% di engagement), può incassare fino a 250€, la "Celebrity" (con oltre 3 milioni di followers e almeno l'1,5% di engagement), può riuscire a incassare tra i 15mila e i 50mila€ per post e tra i 5mila e i 10mila€ per story.

Youtube può far guadagnare a un "Nano Influencer" (tra i 3mila e i 10mila followers con almeno il 4,5% di engagement), fino a 1.500€, e a una "Celebrity" (con oltre 1 milione di followers e almeno l'1,25% di engagement), tra i 25mila e i 75mila€ per contenuto.

In un'analisi generale del fenomeno si registra una crescita dell'indotto, pari a 348 milioni di euro nel 2023 e con una previsione del +8% per l'anno in corso, a cui si accompagna un crollo dei guadagni: con Tik Tok gli influencer hanno perso il 67% degli introiti in un solo anno.

"I Brand sono sempre più orientati verso i creator più piccoli", spiega

il Ceo di DeRev Roberto Esposito analizzando le ultime tendenze,"che producono contenuti verticali per la propria audience, garantiscono un pubblico fidelizzato e sono meno esposti alle crisi reputazionali".

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