L'inchiesta Covid per i morti nella bergamasca convince poco Matteo Bassetti. Le accuse sono gravose e tra gli indagati (ben 19) ci sono anche nomi illustri, tra cui l'ex premier Giuseppe Conte e l'allora ministro Roberto Speranza. "Cagionarono per colpa" la morte di un alcune decine di persone, si legge nell'atto di chiusura delle indagini. Ma su quelle circostanze il direttore Malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova è assai più cauto della procura. "Rimango perplesso", ha affermato all'Adnkronos il professore, che nelle prossime ore sarà ascoltato in audizione formale alla Camera sulla proposta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza pandemica.
"Si potevano chiudere prima le zone rosse o evitare la partita dell'Atalanta. Ma eravamo di fronte ad un virus tutto nuovo che nessuno conosceva. Più che le decisioni prese a febbraio-marzo 2020, che in qualche modo erano come tirare una moneta, sarei andato di più ad indagare quello fatto dopo, come si farà con la Commissione parlamentare d'inchiesta", ha dichiarato Bassetti. All'attenzione degli inquirenti erano finite la mancata zona rossa in Val Seriana ai primi di marzo e l'assenza di un piano pandemico aggiornato. Fatti sui quali dovranno essere accertate eventuali responsabilità, in quella che fu una complessa e concitata catena decisionale.
Al riguardo, il presidente lombardo Attilio Fontana (che pure risulta tra gli indagati) nelle scorse ore aveva precisato: "Quando si tratta di una emergenza pandemica, la competenza è esclusiva dello Stato", lasciando intendere di non aver avuto margine di azione in quelle scelte. Ora si capirà se a esprimersi dovranno essere o meno i giudici. Su quella delicata fase si registra intanto la posizione garantista di Matteo Bassetti. "Io credo alla buona fede di chi ha preso le prime decisioni e ora ritrovarsi indagati per disastro colposo, per un'infezione che sappiamo bene che ha canali di diffusione e modalità che vanno scoperte, è un'ingerenza esagerata", ha affermato il professore, che proprio in quei mesi ebbe una particolare esposizione mediatica per il proprio ruolo professionale di infettivologo.
"Io ho criticato
molto le decisioni prese dopo, ma per i fatti del febbraio-marzo 2020 vedo una invasione di campo che non condivido", ha aggiunto ancora Bassetti, critico dunque rispetto all'impianto accusatorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.