Gli attivisti in rivolta contro Israele si affidano a nuovi guru. Questa mattina, nell'accampamento studentesco allestito all'università di Bologna, è arrivata un'ospite particolarmente acclamata dai giovani filopalestinesi. Si tratta di Judith Butler, professoressa statunitense di origini ebraiche ma dichiaratamente ostile a Tel Aviv. Considerata una personalità di spicco del mondo femminista, nonché una delle fondatrici della teoria queer, la docente all'ateneo di Berkeley (dove proprio in questi giorni sono scoppiate le sommosse antisioniste) ha arrigato gli studenti bolognesi scagliandosi contro lo Stato ebraico e a sostegno della Palestina.
Come riportato sui social da alcuni partecipanti all'incontro, Butler ha accusato Israele di "genocidio" e si è espressa a favore "delle lotte anticoloniali e intersezionali" che si stanno diffondendo in Italia e in tutto il mondo. Oltre a incoraggiare gli attivisti in rivolta, la filosofa si è anche confrontata con loro. O meglio: ne ha condiviso le istanze. Tutto davvero assurdo, considerando che la professoressa è nata da una famiglia russo-ungherese di origini ebraiche. E che la maggior parte della sua parentela materna morì nell'Olocausto. Peraltro, è alquanto bizzarro che una fervente sostenitrice della causa queer contesti Israele (dove la comunità Lgbt è rispettata) e solidarizzi invece con la Palestina, terra in cui i diritti delle donne e degli omosessuali sono calpestati.
Le suddette contraddizioni, tuttavia, non stupiscono più di tanto. E anzi, assomigliano molto a quelle degli studenti che, in nome della libertà, agitano il vessillo di un popolo che al momento è rappresentato dai terroristi di Hamas. Nelle scorse ore, Judith Butler aveva preso la parola durante un evento organizzato dall'università di Bologna; oggi, invece, la docente è scesa dall'ideale cattedra e si è accomodata tra le tende degli attivisti che invocano una nuova intifada negli atenei e nelle piazze. "Queer non è un'identità ma una forma di alleanza", ha affermato, secondo quanto si legge sui social. Pare tuttavia che nessuno le abbia ricordato che una simile affermazione non sarebbe così facile da pronunciare a Gaza.
Butler, nelle scorse settimane, aveva affermato parole che destarono particolare indignazione nel mondo ebraico. Il 7 ottobre - disse - "è stato un atto di resistenza armata".
La domanda è dunque legittima: da che pulpito è arrivato il sermone sull'attualità pronunciato stamani per i giovani riuniti a Bologna? E poco fa, nel cortile dell'ateneo in rivolta, è arrivato anche Patrick Zaki, che proprio di recente aveva definito Israele "una dittatura". Il mondo al contrario.Judith Butler describing the October 7 massacre as armed resistance: “We can have different views about Hamas as a political party, we can have different views about armed resistance. But [...] the uprising of October 7th was an act of armed resistance.[...] This was an uprising” pic.twitter.com/YWqak847lx
— Joseph Hirsch (@josephhirsch5) March 4, 2024
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